Mercoledì 4 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

La storia dell’uomo nel polmone d’acciaio. Paul Alexander è morto dopo 70 anni di lotta con la malattia

Ha passato 70 anni all’interno di un macchinario dopo essere sopravvissuto alla poliomielite. Non ha mai perso il sorriso e la voglia di vivere, riuscendo anche a laurearsi in legge

Paul Alexander (dal TikTok ufficiale)

Paul Alexander (dal TikTok ufficiale)

Dallas, 13 marzo 2024 – Paul Alexander, l’uomo nel polmone d’acciaio, è morto lunedì in Texas all’età di 78 anni, dopo essere sopravvissuto alla poliomielite che lo aveva lasciato paralizzato dal collo in giù. L’annuncio è stato dato sulla sua pagina di GoFundMe.

La storia di Paul, noto anche come ‘Polio Paul’, è conosciuta in tutto il mondo e viene raccontata dai principali quotidiani statunitensi. Dopo essere rimasto paralizzato a causa della malattia da bambino, è stato costretto a vivere per oltre 70 anni all’interno del ‘polmone di ferro’, un macchinario che serve per la ventilazione artificiale e viene usato per tenere in vita le persone non in grado di respirare autonomamente. 

La malattia, l’operazione e la ‘rinascita’

Tutto è cominciato con febbre e mal di testa. Sintomi non certo insoliti in un bimbo di sei anni che rientrava da una sortita estiva nei campi. Ma la situazione in pochi giorni è precipitata, con il virus che ha avuto il sopravvento: Paul è stato trasferito in ospedale dove i medici lo hanno sottoposto a intervento chirurgico per rimuovere la sostanza mucosa che aveva riempito i polmoni. Il suo corpo - affetto da poliomielite – non era in grado di eliminarla. Dall’operazione Paul si è svegliato in quel ventilatore meccanico, fondamentale per aiutarlo nella respirazione, che non lo avrebbe abbandonato per il resto della vita. Il giovane texano non ha però rinunciato a dare ogni giorno senso e valore alla propria esistenza: nonostante tutte le difficoltà, è riuscito a diplomarsi e a ottenere una laurea in legge, esercitando la professione in tribunale. Ha anche conosciuto l’amore Paul, mentre frequentava l’università. Una donna di nome Claire, a cui aveva chiesto di sposarlo. E lei aveva accettato, ma la madre della ragazza si era messa di mezzo, facendo saltare le nozze. 

Il polmone d’acciaio

Paul non ha mai potuto passare lunghi periodi fuori dal macchinario, sviluppando, perciò, l’abilità di muovere una penna con la bocca per scrivere o usare il cellulare. E nonostante la scienza negli anni sia progredita e siano state rese disponibili nuove attrezzature, Paul non ha mai voluto rinunciare al ‘pomone di ferro’ per questioni di abitudine. È riuscito però a imparare la tecnica del ‘frog breathing’ che gli ha consentito di respirare attraverso la gola, senza usare i polmoni, in modo da trascorrere brevi periodi fuori dalla macchina.

Sempre con il sorriso e con la resilenzia che lo ha reso famoso in tutto il mondo, ha trascorso gli ultimi anni in una struttura medica di Dallas; nel marzo 2023 il Guinness World Record lo ha indicato come la persona che ha convissuto per più tempo con un polmone d’acciaio. Il fratello si è detto “molto grato nei confronti della gente che ha sostenuto la raccolta fondi di Paul, permettendogli di vivere gli ultimi anni senza stress”. Parte del denaro raccolto “verrà utilizzato per il finanziamento del suo funerale”.