Roma, 5 marzo 2025 – Un piano in cinque punti per il riarmo dell’Europa che pesa per 800 miliardi di euro. Perché "viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell’Europa è minacciata in modo serio, la questione ora è se saremo in grado di reagire con la rapidità necessaria". La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presenta il suo ReArm Europe, già esposto in una lettera ai Capi di Stato o di governo dei 27 e di cui si parlerà nel vertice straordinario di domani. "Siamo pronti ad aumentare la spesa per la difesa, per sostenere l’Ucraina e per assumerci maggiori responsabilità. Continueremo a lavorare con i nostri partner nella Nato, questo è un momento chiave per l’Europa e siamo pronti a fare di più", dice mentre arriva l’apprezzamento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, membro come lei dei Popolari europei: "Era il sogno di De Gasperi e Berlusconi. Ora bisogna realizzarlo". All’Italia dovrebbero andare 20-30 miliardi.

I cinque punti del piano
Il primo punto presentato da von der Leyen non poteva che essere l’attivazione della clausola di salvaguardia dal Patto di Stabilità, che permetterà agli Stati membri di spendere per la difesa sforando il 3%: "Se gli Stati membri aumentassero la loro spesa per la difesa dell’1,5% del Pil in media, ciò potrebbe creare uno spazio fiscale di circa 650 miliardi di euro in 4 anni". Ma la presidente della Commissione propone anche 150 miliardi di euro (in prestiti) agli Stati per investimenti nella difesa, attraverso l’istituzione di uno strumento Ue "ai sensi dell’articolo 122 del Tfue", secondo la stessa procedura utilizzata per il piano Sure durante la pandemia o per la crisi energetica.
I fondi di coesione dirottati
Il terzo punto prevede l’utilizzo dei fondi di politica di coesione per aumentare la spesa per la difesa. Bruxelles infine prevede il contributo della Banca europea per gli Investimenti (Bei) e l’utilizzo di capitali privati. Ma per fare questo è necessario "completare l’Unione dei mercati dei capitali", che "potrebbe, da sola, attrarre centinaia di miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno nell’economia europea, rafforzandone la competitività". A poche ore dall’annuncio di Trump sullo stop alle armi per l’Ucraina von der Leyen annuncia che "si tratta di usare tutte le leve finanziarie a disposizione per il riarmo, l’Europa deve investire massicciamente e urgentemente per il breve e per il lungo termine".
Missili, droni e cyber, la nuova difesa Ue
I quattrini arrivano, sì, ma per fare cosa? La Commissione europea punta a incoraggiare gli appalti congiunti fra Stati membri in modo da spendere, finalmente, insieme e meglio. Incrociando la lettera che Ursula von der Leyen ha inviato ai 27, le bozze di conclusione del Consiglio europeo di domani e il lavoro sviluppato dalla European Defence Agency (Eda) si può già capire dove soffia il vento: missili, droni, difesa aerea, spazio, cyber e progetti sulla mobilità militare. È su questi settori che si concentrerà la potenza di fuoco Ue.
Il rapporto sulla difesa
Prendiamo ad esempio il Coordinated Annual Review on Defence (CARD) dell’Eda dello scorso novembre. Il rapporto indica che 17 Stati membri hanno firmato lettere d’intenti per "colmare collettivamente a breve termine lacune nella difesa aerea" nonché sviluppare a medio termine tecnologie per "contrastare sciami di droni e minacce ad alta velocità", come i missili ipersonici, sino ad arrivare allo scudo europeo.