Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Il piano cinese per conquistare Taiwan. "300mila soldati e bombe su infrastrutture chiave"

L'analista statunitense, Ian Easton: "Tempi stretti di elaborazione affinchè gli Usa non entrino in guerra". Cosa prevede il 'joint island attack campaign' per 'riunificare' l'isola ribelle: l'azione in tre fasi

Pechino, 28 novembre 2022 - Il 'joint island attack campaign' è un piano di attacco che l'Esercito Popolare di Liberazione cinese aggiorna e mette costantemente a punto per l'invasione di Taiwan. Prevede l'impiego di almeno 300mila soldati, i tempi di realizzazione sono strettissimi e non è privo di rischi. 

L'analista statunitense, Ian Easton, del Project 2049 Institute della Virginia - citato dal quotidiano Le Monde - studia da anni il rischio di un'invasione cinese di Taiwan, ha quindi analizzato il piano di attacco e i documenti interni dell'Epl. "Gli ufficiali sono stati avvertiti che solo una massiccia e magistrale campagna militare consentirà loro di prendere Taiwan. L'operazione sarà estremamente difficile. Ci si aspetta una lotta prolungata e sanguinosa", per la resistenza che potranno opporre i "separatisti" di Taiwan, come Pechino definisce l'attuale amministrazione dell'isola, guidata da Tsai Ing-wen, spiega Easton, autore di "The Taiwan invasion threat: Taiwan's defense and American Strategy in Asia". 

Esercitazioni a Taiwan (Ansa)
Esercitazioni a Taiwan (Ansa)

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Cosa prevede il piano di attacco

Sono tre le fasi previste dal piano. La prima - che deve essere molto veloce per non consentire agli Stati Uniti di entrare in guerra -, prevede una serie di attacchi informatici, mirati a internet e alle comunicazioni del governo taiwanese, seguita poi dal blocco e dal bombardamento di infrastrutture chiave come gli aeroporti, per costringere l'isola alla resa, terrorizzandola

La seconda fase riguarda lo sbarco delle forze anfibie in punti strategicamente importanti come le isole Kinmen e Matsu, molto vicine alle coste cinesi, prima di prendere l'arcipelago delle Penghu: non occupare queste roccaforti taiwanesi si rivelerebbe un errore che comporterebbe il rischio di ritardare l'invasione dell'isola principale.

La fase tre, infine, riguarda la vera e propria invasione dell'isola, con l'impiego di truppe aerotrasportate e battaglioni da cinquecento uomini.

Quando azionare il piano

Il mega piano di attacco dovrebbe avvenire in due soli periodi dell'anno: tra fine marzo e fine aprile, o tra fine settembre e fine ottobre, ovvero quando le condizioni consentirebbero alle operazioni militari di affrontare al meglio il clima e la geografia dell'isola.  Taiwan ha più volte lanciato l'allerta, in tempi recenti, sul rischio che Pechino possa condurre, addirittura già entro il 2027, un'invasione dell'isola per "riunificare" Taiwan alla Cina (termine che Taipei non riconosce e parla, invece, di "unificazione"). Per Pechino, che considera Taiwan parte integrante del proprio territorio nazionale, non si tratterrebbe di una "invasione", ma di una "riunificazione", appunto, con l'uso della forza, mai escluso da Pechino, nonostante dichiari di lavorare per una "riunificazione pacifica" dell'isola.

Il piano non e' privo di difficoltà per l'esercito cinese, conclude Easton, che vanno dalle carenze logistiche al livello di preparazione di Taipei. "La rete di allerta di Taiwan riduce la possibilità di un effetto sorpresa", spiega il ricercatore, e in più "gli ufficiali cinesi sono convinti di non avere abbastanza informazioni su Taiwan".