Sabato 21 Dicembre 2024
MARCO PRINCIPINI
Esteri

Petra, la tragedia di Andrea Sferrazza precipitato da 30 metri: era su un sentiero vietato

Dramma in un sito archeologico in Giordania, la vittima – di origini torinesi – viveva a Londra da tempo. Il dolore del fratello: “Uno spirito libero, adorava viaggiare. Era il mio migliore amico”

Andrea Sferrazza e il sito archeologico di Petra

È morto a nemmeno trent’anni, a Petra, in Giordania, durante quel viaggio che avrebbe dovuto fare assieme al fratello maggiore. Andrea Sferrazza, di origini torinesi ma residente a Londra da diverso tempo, ieri è caduto da un’altezza di circa 30 metri, mentre visitava un sito archeologico. A tradirlo è stato forse il suo spirito libero e il suo amore per l’avventura: stava percorrendo un sentiero chiuso al pubblico, a circa 250 chilometri a sud della capitale, Amman, in pieno deserto.

Il dolore del fratello Luca

"Eravamo molto legati – racconta il fratello Luca, 34 anni, commercialista –. Andrea era il mio migliore amico e ci sentivamo spesso. Era tifoso della Juventus e fan di Vasco Rossi, aveva studiato come perito aeronautico, poi si era iscritto a economia e aveva anche dato degli esami”. Ma Andrea “non era fatto per stare a una scrivania – continua –. Era uno spirito libero. Amava viaggiare e lo faceva anche da solo, come è accaduto anche in questo viaggio a cui io non sono riuscito a partecipare”.

Viveva a Londra da 6 anni

Da sei anni il 30enne viveva a Londra, dove lavorava come pizzaiolo alla Soho House, uno dei club più eleganti della capitale inglese. Tornava però spesso a Torino, a trovare la madre e il fratello nella casa dove era cresciuto. Il rientro da Petra a Londra era previsto la prossima settimana, ma già per maggio aveva in programma un breve soggiorno in Italia per festeggiare il compleanno della madre, Rita Brandi. Lei è stata avvisata dell’accaduto dai carabinieri, come pure il padre Roberto Sferrazza, originario di Racalmuto (Agrigento), che vive tra Moncalieri, nel Torinese, e l’Astigiano.

Il sogno di un’attività in Italia

"Il suo sogno, dopo essersi fatto le ossa all’estero, era di tornare e di mettere in piedi una sua attività qui, in Italia – racconta il fratello –. Veniva spesso a trovarci, ma aveva già in mente il prossimo viaggio: l’Egitto”. Quando è stato ritrovato, Andrea presentava diverse fratture e ferite in varie parti del corpo; è stato ricoverato al Queen Rania Al-Abdullah Hospital, ma non c’è stato nulla da fare. La famiglia è in contatto con l’ambasciata italiana ad Amman. La polizia locale ha aperto un’indagine ed è stata disposta l’autopsia. Solo dopo il suo corpo potrà rientrare in Italia.