Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Peste bubbonica, un morto in Mongolia. Villaggio in quarantena, allerta per tutto il 2020

Le autorità della regione cinese hanno isolato l'intero paese di Suji Xincun. Altri casi a novembre e luglio scorsi, legati al consumo di carne di marmotta

Mongolia, un morto di peste bubbonica. Qui disinfestazioni anti Covid (Ansa)

Mongolia, un morto di peste bubbonica. Qui disinfestazioni anti Covid (Ansa)

 Batou (Mongolia), 8 agosto 2020 - La peste bubbonica, la famigerata 'morte nera', terrorizza la Mongolia. Le autorità della regione cinese hanno posto in isolamento un intero villaggio dopo la morte di una persona. L'uomo è stato ricoverato il 6 agosto scorso in un ospedale di Baotou ed è morto nella giornata di ieri per il collasso degli organi interni, secondo quanto riferisce l'agenzia Xinhua. 

Villaggio isolato 

Le autorità hanno messo in quarantena il villaggio di Suji Xincun, dove viveva la vittima. Finora i test eseguiti su tutti gli abitanti del villaggio sono risultati negativi. Negative anche nove persone che erano venute in stretto contatto con il paziente poi deceduto e che sono state poste in quarantena, così come altre 26 persone che avevano avuto contatti indiretti. Inoltre, sono stati attivati due protocolli sanitari contro la diffusione della malattia - contagiosa e spesso letale - in base ai quali è stata messa in isolamento e sottoposta a bonifica la residenza del paziente deceduto.

Allerta per tutto il 2020

Il grado di allerta sulla malattia nota come la "morte nera" nel Medioevo è stato portato dalla città di Bayan Nur al terzo livello, il secondo più basso in Cina, e rimarrà in vigore fino alla fine del 2020. 

Casi di peste bubbonica a novembre e luglio

L'otto luglio scorso le autorità della stessa regione avevano chiuso diverse località turistiche a seguito della conferma di un caso di peste bubbonica a Bayannur. Cinque punti panoramici nelle praterie limitrofe erano stati banditi ai visitatori, insieme all'intera regione circostante. A novembre 2019, sempre nella Mongolia Interna, si registrarono alcuni casi di peste bubbonica e polmonare legati a marmotte o conigli selvatici consumati poco cotti o crudi.

Peste bubbonica, cos'è

La peste è una malattia infettiva di origine batterica causata dal bacillo Yersinia pestis. Il bacino è costituito da varie specie di roditori e l'unico vettore è la pulce dei ratti (Xenopsylla cheopis), che può essere trasmessa anche da uomo a uomo. È una malattia quarantenaria e per il regolamento sanitario internazionale è assoggettata a denuncia internazionale all'Oms, sia per i casi accertati che per quelli sospetti. 

Dal 2010 al 2015 sono stati riportati 3 248 casi in tutto il mondo, con 584 morti ed è diffusa in tutti i continenti, fatta eccezione per Oceania ed Europa. La "peste bubbonica" è causata dall'introduzione nell'organismo del bacillo Y. pestis , che viene smaltito attraverso il sistema linfatico fino ai linfonodi, dove però resta attivo e continua ad accumularsi moltiplicandosi. Ciò provoca un'infiammazione di uno o più linfonodi, solitamente nella zona ascellare o inguinale più prossima alla zona della puntura. I linfonodi colpiti divengono rigonfiamenti dolorosi detti appunto "bubboni". Quando i linfonodi non sono più in grado di contenere la malattia, il bacillo può diffondersi in tutto l'organismo, dando luogo così alla seconda forma, la "peste setticemica". 

I sintomi della peste nera

I sintomi comprendono febbre tra i 38 e i 41 °C, mal di testa, dolori articolari, nausea e vomito, sete, diarrea, tumefazione dei linfonodi e una generale sensazione di malessere. Nelle forme setticemiche e polmonari può verificarsi ipotensione, segni neurologici quali sonnolenza, letargia, delirio, e, nella forma polmonare, dispnea, tanto da conferire al malato un colorito cianotico.