Venerdì 30 Agosto 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Palestinesi arrestati all’Aquila e il pericolo jihadista, l’esperto: "Non sono sprovveduti. Potevano colpire in Italia"

Il professor Vidino: sono soggetti noti da tempo e di livello abbastanza alto

Un fermo immagine del video dell'arresto all'Aquila di tre palestinesi che pianificavano attentati (Ansa)

Un fermo immagine del video dell'arresto all'Aquila di tre palestinesi che pianificavano attentati (Ansa)

Roma, 12 marzo 2024 – Professor Lorenzo Vidino, direttore del “Program on extremism“ della George Washington University, i tre palestinesi arrestati sono “cani sciolti“ o parte di una organizzazione strutturata?

"È gente nota da tempo, anche di livello abbastanza alto, non sono tre sprovveduti, Yaeesh in particolare è il capo della brigata Tulkarem e risponde direttamente al capo delle Brigate al Aqsa. Erano sotto controllo. Una volta che è maturata una percezione, anche su input esterni, che ci poteva essere un salto di qualità è chiaro che sono intervenuti e li hanno arrestati".

I tre pianificavano azioni terroristiche solo in Israele o anche in Italia?

"Diciamo che non si potevano escludere azioni in Italia, posso ipotizzare nei confronti di obiettivi ebraici, delle comunità ebraiche in Italia, magari non l’ambasciata di Israele che è molto ben protetta, ma qualcosa di più soft. Ma, a differenza dell’attività pianificata all’estero, siamo al livello delle ipotesi".

Il livello di attenzione alla minaccia terroristica palestinese in Italia è adeguato?

"È adeguato da molti anni e dal 7 ottobre è stato parzialmente ritarato".

Quali sono le aree di criticità relativamente ad azioni terroristiche in qualche modo legate al conflitto a Gaza?

"Direi che bisogna guardare a tre dinamiche. La prima è quella di soggetti palestinesi, legati strutturalmente alle varie fazioni terroristiche del mondo palestinese, che potrebbero decidere di colpire anche in Italia".

La seconda dinamica?

"Il mondo del jihadismo di ispirazione qaedista che può decidere di utilizzare il conflitto a Gaza per rientrare in gioco con una azione terroristica di una sua cellula, oppure agire con autoradicalizzati come è successo la settimana scorsa a Zurigo, dove un giovane tunisino ha fatto il classico video di fedeltà allo Stato islamico e poi ha accoltellato a un ebreo ortodosso. La terza dinamica che viene tenuta sotto controllo e quella di una degenerazione delle proteste anti-israeliane, anche molto tese, che abbiamo visto negli ultimi mesi. Perché il diritto a scendere in piazza è sacrosanto, e al 99,9% chi lo fa vuole esclusivamente protestare contro la guerra a Gaza, ma che da quel mondo possano uscire delle schegge impazzite che decidano di passare al livello successivo non può essere escluso. E infatti questa eventualità viene monitorata dall’antiterrorimo italiana, in linea con quello che si fa in tutti i Paesi europei ".