Parigi, 18 dicembre 2024 – Per la prima volta nella storia di Francia un ex presidente della Repubblica viene condannato in via definitiva. A Nicolas Sarkozy, capo dell’Eliseo dal 2007 al 2012, è stata inflitta la pena di 3 anni di carcere, di cui uno senza condizionale, con il ‘beneficio del braccialetto elettronico’. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso dei legali di Sarkozy contro la condanna definitiva in appello. Il 69enne ex presidente, marito di Carla Bruni, è stato quindi ritenuto colpevole per corruzione di magistrato e traffico di influenze.
Gli avvocati di Sarkozy hanno dichiarato che il loro cliente "si conforma logicamente" alla condanna definitiva. Al tempo stesso hanno annunciato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'Uomo. Il ricorso “si spiega con il fatto che la giurisprudenza della Corte stessa è contraria a quanto stabilito oggi dalla Cassazione francese”, ha detto Patrice Spinosi, avvocato che difende Sarkozy. "È la prima volta in Francia si condanna una persona solo sulla base di comunicazioni telefoniche con il suo avvocato, intercettato”, ha aggiunto. “Le intercettazioni fra un avvocato e un suo cliente non possono essere usate contro il cliente stesso, è una regola che fa parte delle libertà fondamentali e che giustifica il nostro ricorso".
Il nodo dei 70 anni
Sarkozy fra un mese dovrebbe vedere applicata la pena di un anno di limitazione della propria libertà con la predisposizione del braccialetto elettronico. In realtà, proprio fra un mese l'ex presidente compirà 70 anni e potrà chiedere di non scontare l'anno di braccialetto elettronico.
Le tappe della vicenda
Nella vicenda comunemente nota con il nome di "Bismuth", usato dall'ex presidente per contatti riservati, Sarkozy era stato riconosciuto colpevole di aver allacciato, nel 2014, insieme con il suo avvocato storico, Thierry Herzog, un "patto di corruzione" con Gilbert Azibert, alto magistrato alla Corte di Cassazione, perché questi gli comunicasse informazioni e tentasse di influenzare i magistrati su un ricorso di Sarkozy in un’altra vicenda, quella del caso Bettencourt.
Ciò avveniva in cambio di "una mano" promessa al giudice per uno posto onorario nel principato di Monaco. I tre imputati hanno sempre negato gli illeciti, ricordando che il traffico di influenze non si è verificato poiché il magistrato non ha mai ottenuto la protezione desiderata.