Giovedì 21 Novembre 2024
PATRIZIA TOSSI
Esteri

Perché è nata la Striscia di Gaza: la storia, i profughi e l’arrivo di Hamas

Una fascia costiera lunga 48 km sul Mediterraneo, abitata da 2 milioni e mezzo di palestinesi. Da sempre è al centro di conflitti internazionali: ecco perché e cosa è successo

Roma, 15 ottobre 2023 – Terra di conquista fin dai tempi dei romani, la Striscia di Gaza è da sempre al centro di conflitti e tensioni. A colpo di invasioni e poteri decisi a tavolino da accordi internazionali, il territorio palestinese oggi al centro della guerra tra Israele e Hamas ha una storia breve, ma complessa. La posizione altame

Approfondisci:

Hezbollah, chi sono i miliziani libanesi che vogliono cancellare lo Stato di Israele

Hezbollah, chi sono i miliziani libanesi che vogliono cancellare lo Stato di Israele

La Striscia di Gaza, così come la intendiamo oggi, è il frutto di accordi politici successivi all'armistizio del 1949 tra Egitto e Israele. Dal 1994 la Striscia è rivendicata dai palestinesi, insieme a Cisgiordania e Gerusalemme Est, come parte dello Stato di Palestina.

L'Egitto ha controllato la zona dal 1949 fino al 1967, governandola tramite un'amministrazione militare. Ai rifugiati palestinesi non venne mai offerta la cittadinanza egiziana. Poi fu la volta di Israele, che ritirò l'esercito solo nel 2005, per poi dichiarare l’embargo due anni dopo.

Ecco perché è nata la Striscia e quali sono gli snodi strategici per capire meglio questo lembo dei territori palestinesi.

Striscia di Gaza: cos’è oggi e chi ci vive

La Striscia di Gaza è un territorio di soli 360 km quadrati (il doppio dell’estensione di Milano, tanto per farsi un’idea) che si affaccia sul Mar Mediterraneo, incastonato tra l’Egitto (a ovest) e Israele (a sud est). È una piccola lingua di terra, ma tra le più popolose al mondo con i suoi 2 milioni e mezzo di abitanti e una densità di circa 4mila persone per km quadrato.

La Striscia costituisce la porzione più piccola dei territori palestinesi, quello più grande è chiamato Cisgiordania o West Bank. A separarli c’è Israele. La popolazione è per lo più composta da profughi palestinesi, arrivati sul territorio nel 1948 in fuga dalla guerra arabo-israeliana. Per 40 anni hanno vissuto sulla Striscia anche i coloni israeliani, richiamati in patria nel 1993. 

Cinque cantoni: ecco quali

Lunga 48 km e larga appena nove, la fascia costiera è divisa in cinque diversi cantoni, amministrati autonomamente: molti dei loro nomi riecheggiano sulle cronache dall’inizio del conflitto. Sono Gaza Nord e Gaza City – le due zone sui cui incombe l’ultimatum di sgombero lanciato dal premier israeliano Netanyahu – Deir el-Balah, Khan Younis e Rafah.

L’area più popolosa è Gaza Nord: è abitata in da circa 400mila persone e lì si trova campo profughi di Jabalia, il più affollato della Striscia, grande un 1,5 km quadrati e in cui vivono 114mila persone. Ma per capire meglio la complessa situazione di una delle zone più ‘esplosive’ del Mediterraneo, bisogna fare un passo indietro nella storia.

La storia: dal 1918 alla guerra arabo-iraniana

È una lunga storia di occupazioni quella della Striscia di Gaza, che formalmente è stata liberata solo nel 2005 e poi nel 2007 di nuovo sotto il giogo dell’embargo totale (via terra, aria e mare) da parte di Israele. La fisionomia della Striscia, così come la conosciamo oggi, inizia a delinearsi dopo la Prima Guerra Mondiale, con la fine dell’impero Ottomano. È a quel punto, nel 1918, che la Società delle nazioni (l’antenata dell’Onu) decide a tavolino la nascita del Mandato britannico sulla Palestina, affidato al regno di Re Giorgio V.

E’ con la prima guerra arabo-israeliana (1948-49) che il territorio viene occupato dall’Egitto e emerge il concetto di “Striscia di Gaza” come territorio separato, essendo l’unico fazzoletto di terra non conquistato da Israele. Durante il conflitto, Gaza andò incontro a un enorme boom demografico a causa dell’esodo palestinese. Furono perciò allestiti vari campi profughi, inizialmente composti da tende e in un secondo momento da edifici in muratura nei quali vivono ancora oggi i discendenti dei rifugiati. 

La Striscia resterà sotto controllo egiziano, seppure senza annessione formale, fino alla Guerra dei sei giorni del 1967, durante la quale fu occupata dalle truppe israeliane

L’arrivo dei profughi

Nel 1948 arrivano i primi profughi palestinesi, scappati dalla guerra arabo-israeliana. Con la nascita dello Stato di Israele, la Striscia di Gaza si ritrova isolata dal restante territorio palestinese: incuneata tra Israele, l'Egitto e con alle spalle il mare. Il Cairo ne assume quindi l'amministrazione, fino al 1967 – ad eccezione di quattro mesi di occupazione israeliana nel corso della Crisi di Suez del 1956 – per perderne il controllo 19 anni dopo, durante la Guerra dei Sei giorni, quando Israele è riuscito a occuparla.

L’occupazione israeliana

Israele ha occupato la Striscia di Gaza nel giugno 1967 durante la Guerra dei Sei giorni – dal 5 al 10 giugno – con Egitto, Siria e Giordania. Le forze israeliane conquistano nuove porzioni di territorio, annettendo anche una parte della Cisgiordania. L'occupazione militare è durata per 27 anni, fino al 1994. Poi il controllo si allenta, ma di fatto la presenza israeliana nella Striscia di Gaza è durata fino al 2005.

Gli accordi di Oslo

Nel 1993 vengono siglati gli accordi di Oslo. Sotto la pressione della comunità internazionale, l’allora premier israeliano Ariel Sharon ha ritirato le forze militari e gli insediamenti coloniali: popolazione israeliana che ha vissuto nella Striscia per 40 anni. Secondo il patto di Oslo, sottoscritto anche da Tel Aviv, Gaza avrebbe dovuto essere controllata dall’Autorità nazionale palestinese (Anp).

Nasce Hamas e scatta l’embargo

Nel 2006, un nuovo colpo di scena che vanifica tutti gli accordi di politica internazionale, cambiando nuovamente gli assetti del potere. La diplomazia con Tel Aviv va in tilt con la vittoria delle elezioni da parte del partito armato islamista Hamas. A quel punto, Israele da avvio all’embargo – ovvero il sequestro di navi mercantili e il divieto di esportazione di materiale strategico – totale: sia gli approvvigionamenti via cielo che via mare, ma anche il controllo di beni e persone in entrata e in uscita via terra, con i cosiddetti ‘check point’.

Dal 2007 è di fatto governata direttamente da Hamas, a seguito delle elezioni legislative e della Battaglia di Gaza del 2007, tra Fatah e Hamas. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani considerano il territorio ancora occupato da Israele, che mantiene sulla striscia un blocco navale e aereo insieme all'Egitto.