New York, 17 ottobre 2016 - La Pepsi, a seguito dell'allarme dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha raccomandato ai governi di tassare le bevande zuccherate nel tentativo di ridurre l'obesità, mette a dieta i suoi soft drink. Con l'imposizione di tasse su questi drink, i prezzi al consumo saliranno, scoraggiando i consumatori a comprarle.
L'azienda concorente della Coca Cola s'impegna a ridurre il numero delle bevande con zucchero in vendita nel prossimo decennio e a ridurne il loro contenuto calorico. "Nell'ultimo decennio abbiamo compiuto progressi nel ridurre lo zucchero. Ma c'è ancora molto che possiamo fare. Dobbiamo assicurarci che i nostri prodotti siano in linea con le esigenze dei clienti" afferma Indra Nooyi, l'amministratore delegato di Pepsi in un'intervista alla Cnbc.
La società è pronta a ridurre a 100 o meno le calorie su due terzi delle bevande prodotte entro il 2025.
La nuova spinta salutista costerà miliardi di dollari. Il produttore di Gatorade è stato uno dei primi a ridurre il livello di ingredienti quali lo zucchero e il sale nei suoi prodotti. Ma il suo piano al 2025 mostra come la società ritenga che ci sia ancora molto da fare.
Pepsi non è l'unica alle prese con la svolta salutista. Anche Coca-Cola e Mondelez (ex Kraft) stanno cercando di diversificare il loro portafoglio. L'obiettivo di Coca-Cola è quello di offrire bevande con basso contenuto di zucchero o senza zucchero in tutti i più di 200 mercati in cui opera entro il 2020. Ma non ha fissato come Pepsi dei target per la riduzione di zucchero e grassi. Mondelez punta a definire la metà dei suoi prodotti come 'well being', salutari, entro il 2020, e a ridurre del 10% i grassi saturi e il sodio nei suoi prodotti.