Mosca, 25 agosto 2024 – Domande, presunti retroscena e tanti punti ancora da chiarire: dopo la notizia del fermo di Pavel Durov, fondatore e Ceo di Telegram, la tensione tra Stati è altissima. L'ambasciata russa a Parigi accusa le autorità francesi di "rifiutarsi di collaborare" con Mosca. "Dopo la diffusione sui media della notizia dell'arresto, abbiamo chiesto immediatamente chiarimenti alle autorità francesi - si legge in un post diffuso sui social media dalla rappresentanza diplomatica - abbiamo chiesto siano tutelati i suoi diritti e garantita l'assistenza consolare. Ad ora la parte francese rifiuta di cooperare. Siamo in contatto con il legale di Durov". Il Ceo di Telegra,, cittadino franco-russo, era inseguito un mandato di cattura per l'accusa che l'assenza di moderazione, di cooperazione con le forze dell'ordine e degli strumenti offerti da Telegram lo renda complice del traffico di droga, dei reati contro i minori e delle frodi.
Durov ha sbagliato i calcoli
La portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha ricordato che nel 2018 alcune ong occidentali condannarono la sentenza della corte russa di bloccare il servizio, chiedendo se la comunità internazionale ora ne chiederà il rilascio o "si morderà la lingua". Durov "ha sbagliato i calcoli" quando ha lasciato la Russia, perché in Occidente è considerato un "russo pericoloso", scrive proprio su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev.
La versione di Kiev
"È possibile che Pavel Durov abbia chiesto un incontro con Vladimir Putin a Baku qualche giorno fa, ma gli è stato rifiutato. Ora la Russia è isterica perché 'l'unico messenger russo affidabile, Telegram, potrebbe essere sotto il controllo dell'Occidente'", scrive oggi sullo stesso social network il capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell'Ucraina, Andriy Kovalenko. "Naturalmente, per Mosca la storia di Durov è un fallimento e la colpa è dell'intero entourage di Putin, da Vaino a Patrushev", prosegue l'alto funzionario riferendosi al capo di stato maggiore del Cremlino, Anton Vaino, e al principale consigliere di Putin, Nikolai Patrushev. "L'arresto di Durov può essere paragonato all'hackeraggio di Enigma da parte degli inglesi durante la Seconda guerra mondiale", osserva Kovalenko, secondo il quale "Telegram è l'unico messenger utilizzato attivamente dall'esercito russo". Durov, ricorda il funzionario di Kiev, "è accusato di non aver collaborato con la polizia francese nella lotta al traffico di droga. Nei prossimi mesi, la Russia potrebbe essere accusata di traffico di droga in Europa. La direzione principale dello Stato maggiore" russo "sta affrontando momenti difficili, poiché è considerata la principale 'responsabile' di questo settore di attività di spionaggio. Il caso Durov - conclude - potrebbe anche far crollare l'intera rete di agenti russi in Europa".
“Alti funzionari russi in uscita da Telegram”
Un certo numero di funzionari governativi, delle forze di sicurezza e dell'amministrazione presidenziale russa hanno ricevuto istruzioni per rimuovere la loro corrispondenza ufficiale da Telegram. La pubblicazione russa Baza, diffusa via Telegram e ripresa dai media internazionali, sostiene che questa istruzione sia stata impartita ad alti funzionari del Ministero della Difesa russo, nonché ad alcuni grandi uomini d'affari.
Interviene anche Elon Musk
Ed è intervenuto anche Elon Musk. "Ha già ceduto alle pressioni della censura. Instagram ha un problema enorme di sfruttamento dei minori, ma nessun arresto per Zuck, che censura libertà di parola e dà ai governi accesso ai dati degli utenti", ha scritto in un post su X con un riferimento a Mark Zuckerberg, dopo la notizia del fermo di Durov, il 39enne. "Liberté - Liberté! - Liberté?", aveva già scritto nelle scorse ore Musk con l'hashtag #FreePavel.
Cos’è Telegram
Telegram è un servizio di messaggistica istantanea crittografato e gratuito basato su cloud ed erogato dalla società Telegram LLC, una società a responsabilità limitata con sede a Dubai. Tra le caratteristiche di Telegram, che si può utilizzare senza numero di telefono (seppure se ne richieda uno per la registrazione iniziale) e su diversi dispositivi nello stesso momento, ci sono la possibilità di scambiare messaggi di testo tra due utenti o tra gruppi, effettuare chiamate vocali e videochiamate cifrate punto-punto, scambiare messaggi vocali, videomessaggi, fotografie, video, sticker e file di qualsiasi tipo fino a 2 GB. È inoltre possibile programmare l'orario di invio di un messaggio; impostare un timer per l'autodistruzione dei messaggi che permette l'eliminazione automatica del testo una volta visualizzato dal destinatario, così come cancellare messaggi anche per il destinatario, e modificarne il testo dopo l'invio. Tuttavia, mentre WhatsApp e Signal offrono le crittografia end-to-end di tutte le chat, Telegram garantisce una crittografia end-to-end solo per le chat segrete. Il sistema utilizzato si chiama MTProto ed è una tecnologia nativa, che molti considerano non sicura come Open Whisper Systems, utilizzato da Signal. Con l'end-to-end i messaggi non sono recuperabili dai server, non si possono re-inviare, né catturare la schermata.
Tra privacy e contenuti sensibili
Le politiche stringenti sulla privacy adottate dalla società e l'utilizzo di chat criptate hanno fatto di Telegram uno degli strumenti di propaganda più utilizzati dai jihadisti, tanto che nel settembre del 2015 Durov è dovuto correre ai ripari annunciando il blocco di 78 canali legati all'Isis. Per le stesse caratteristiche di rispetto della privacy, Telegram è spesso utilizzato per la condivisione di materiale porno e piratato (film, musica, quotidiani) ed è diventato nel tempo strumento di comunicazione privilegiato di complottisti, movimenti razzisti, misogini e antisemiti sparsi in diverse zone del mondo e movimenti di estrema destra, tra gli altri, i Proud Boys, che vi si sono rifugiati dopo i blocchi su Facebook e Twitter successivi all'assalto al Campidoglio. Anche in questo caso la società ha confermato di aver bloccato "dozzine" di canali neonazisti e suprematisti bianchi con decine di migliaia di seguaci per incitamento alla violenza.