Roma, 28 agosto 2024 – La giustizia francese ha concesso la libertà condizionata al fondatore e capo di Telegram Pavel Durov ma gli è stato vietato di lasciare il Paese. A Durov è stata concessa la libertà condizionale dietro una cauzione di cinque milioni di euro e a condizione che si presenti due volte a settimana in una stazione di polizia e rimanga in Francia, ha affermato il procuratore di Parigi Laure Beccuau in una dichiarazione in seguito a un'udienza durata ore.
Duvel è sotto inchiesta anche per violenze gravi su uno dei suoi figli. Lo si è appreso da fonti vicine al dossier. Secondo la stessa fonte, l'inchiesta è stata aperta ora e riguarda fatti avvenuti a Parigi.
Intanto emergono dettagli sui ‘rapporti’ tra Pavel Durov e la Francia negli ultimi anni. Il Wall Street Journal afferma che in un pranzo nel 2018 il presidente francese Emmanuel Macron invitò Pavel Durov a trasferire Telegram a Parigi ma l'imprenditore di origine russa rifiutò. Il giornale cita persone a conoscenza delle discussioni.
Nel corso del pranzo, ha aggiunto una fonte, Macron discusse anche di concedergli la cittadinanza francese. Nato a San Pietroburgo, Durov ha lasciato la Russia nel 2014 e da allora ha ottenuto diverse nazionalità, tra cui quella degli Emirati Arabi Uniti, dove ha sede Telegram, e quella francese, avuta però nel 2021.
Sempre secondo il Wsj, nel 2017 gli 007 francesi presero di mira Durov in un'operazione congiunta con gli Emirati Arabi Uniti che hackerarono il suo iPhone. La sicurezza francese era preoccupata per l'uso di Telegram da parte dello Stato islamico per pianificare attacchi.
L'operazione di spionaggio del 2017, che non era stata segnalata in precedenza, era denominata in codice ‘Purple Music’, hanno spiegato le fonti al Wsj. I governi hanno preso di mira il fondatore di Telegram a causa dei gruppi che sono stati attratti dalla sua app, che spaziano dai dimostranti pro-democrazia e dai dissidenti ai militanti islamici, ai trafficanti di droga e ai criminali informatici.
Secondo una persona vicina a Durov, per anni l'azienda ha ignorato le citazioni in giudizio e gli ordini del tribunale inviati dalle autorità competenti, che si accumulavano in un indirizzo e-mail aziendale raramente controllato. Telegram afferma di essere ora conforme al Digital Services Act dell'Unione Europea, che richiede alle aziende online di collaborare con le autorità per contrastare la diffusione di contenuti illegali sulle loro piattaforme.
Intanto si apprende, secondo un documento amministrativo francese visionato in esclusiva da Politico.eu, che le autorità francesi avrebbero emesso mandati di arresto a marzo per il ceo di Telegram Pavel Durov e per il fratello co-fondatore Nikolai. Il documento indica che l'indagine sotto copertura francese su Telegram è più ampia e ha avuto inizio mesi prima di quanto si sapesse in precedenza. Il caso ruota attorno al rifiuto di Telegram di collaborare con un'inchiesta della polizia francese sugli abusi sessuali su minori. Ria Novosti però ha scritto di avere saputo da una fonte alla Procura di Parigi che al momento solo Pavel risulta inquisito.