Bari, 14 giugno 2024 – Cinquanta miliardi dovevano essere, cinquanta miliardi sono stati. Il G7 Italia a Borgo Egnazia, la masseria di lusso a due passi da Fasano (Brindisi), si chiude come tutti in realtà sapevano che sarebbe andata. È vero, il programma del vertice è pieno di punti, temi, dibattiti, ma in fin dei conti quello che più preme ai sette Grandi, soprattutto quelli anche indeboliti da vicende interne, è il sostegno all’Ucraina.
Cinquanta miliardi di dollari, alla vigilia del vertice, erano stati annunciati dal presidente francese Emmanuel Macron come cifra che sarebbe arrivata a Kiev in prestito dal G7, usando come garanzia gli interessi e i profitti degli asset sovrani della Russia congelati dopo l’invasione dell’Ucraina. La maggior parte dei quali, peraltro, si trova nella vecchia Europa, Belgio in testa. Non si tratta di una confisca, precisa la premier Meloni.
Ecco perché ieri gli occhi del mondo erano incuriositi dal primo vertice a guida Meloni ma anche e soprattutto dalla presenza di Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino che a Borgo Egnazia ha firmato anche gli ultimi due accordi bilaterali che gli mancavano, con gli Stati Uniti (arriveranno anche gli F-16) e con il Giappone.
Un’intesa annunciata, quella sugli asset russi, ma senza dubbio importante in un momento in cui la Russia ha riconquistato terreno in Ucraina. Per Joe Biden si tratta di un accordo "formidabile". Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, dà "il benvenuto alla decisione", ma insiste che ora bisogna "coprire le esigenze militari, almeno 40 miliardi l’anno". Il sostegno, assicura Zelensky, sarà destinato "sia alla difesa sia alla ricostruzione" del Paese. E ringrazia tutti. Italia in testa. Un patto, quello di Borgo Egnazia, che prende quelle "decisioni importanti" che Zelensky si aspettava e che di fatto blinda il numero uno di Kiev.
Il vertice allargato con il presidente ucraino è arrivato dopo le sessioni sull’Africa e sul Medio Oriente. Africa, nella strategia di Meloni, vuol dire Piano Mattei, che avrebbe "raccolto ampio sostegno, ampia condivisione". Questo il sigillo che la premier mette al termine della prima giornata di lavori. A raccogliere per prima l’invito a un "approccio diverso" è la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: "L’Europa vuole un partenariato reciprocamente vantaggioso con l’Africa. La nostra sicurezza e prosperità sono interconnesse". Nel pomeriggio l’evento sulla Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII) vede anche la partecipazione del numero uno di Eni, Claudio Descalzi, quello di Enel Flavio Cattaneo e l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, segno che l’attenzione all’Africa è questione strategica, soprattutto per quanto riguarda l’energia.
I temi più grossi e spinosi sono stati affrontati dunque subito, nella prima giornata, anche per dare un segnale. Per questo si è parlato anche del conflitto in Medio Oriente. Meloni ha tenuto il punto: "Confermo il sostegno unanime alla proposta degli Stati Uniti per il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il sostegno e la protezione della popolazione civile. Abbiamo ribadito ogni sforzo per evitare l’escalation".
Ribadendo con ciò che è una "soluzione con la prospettiva di due popoli e due Stati". Che la situazione sia però ancora indefinita lo conferma lo stesso Biden: "Non mi aspetto presto un accordo sul cessate il fuoco in Medio Oriente, ma non ho perso la speranza per la tregua. Hamas deve accettare un’intesa per il cessate il fuoco". E in serata il capo dello Stato Sergio Mattarella, accogliendo i Grandi a Brindisi per la cena offerta al Castello Svevo, avverte: "Riaffiorano vecchi fantasmi. Bisogna promuovere pace e sviluppo contro neo-imperialismi ".