Venerdì 22 Novembre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Pasqua di guerra in Terra Santa, folla in fila sul Monte degli Ulivi ma i pellegrini disertano: "Non dimentichiamo chi soffre"

Dopo un Natale sommesso le celebrazioni restano in tono minore tra Gerusalemme, Betlemme e Nazareth. Il cardinale Pizzaballa: il nostro pensiero va ai fratelli della Striscia, preghiamo con loro e per loro

Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, celebra la messa del giovedì santo

Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, celebra la messa del giovedì santo

Gerusalemme, 28 marzo 2024 – Pasqua a Gerusalemme. Nella Domenica della Palme una folla festante si è radunata anche quest’anno sul Monte degli Ulivi, per la processione fra Betfage e Gerusalmme, marciando come vuole la tradizione con rami di ulivo e palme intrecciate in ghirlande, fino alla porta dei Leoni, con l’accompagnamento di canti e musica. In apparenza, come tutti gli anni. Poi comunque il patriarca latino cardinale Pierluigi Pizzaballa, ha rilevato: "Nonostante la guerra abbiamo voluto anche quest’anno celebrare l’ingresso trionfale di Gesù nella Città Santa. Ma non vogliamo dimenticare tutti quelli che non sono potuti essere qui oggi. Il nostro pensiero – ha aggiunto – va in particolare ai nostri fratelli di Gaza. Preghiamo con voi e per voi"’.

Dopo un Natale sommesso, adesso anche la Pasqua viene celebrata con un tono molto sobrio. Le celebrazioni religiose a Gerusalemme (fra cui la via Crucis del Venerdì santo e le messe al Santo Sepolcro) si svolgeranno nel rispetto della tradizione. Ma l’atmosfera non può ignorare le sofferenze causate dalla guerra. A Gaza la comunità cattolica si è assottigliata ormai fino a poche centinaia di persone. In Cisgiordania la situazione resta gravida di tensione. Il moltiplicarsi negli ultimi mesi degli attentati palestinesi e delle operazioni militari israeliane hanno indotto le autorità militari a limitare il numero dei permessi distribuiti ai palestinesi cristiani per partecipare a Gerusalemme alle festività locali. Secondo Wadie Abu Nassar, coordinatore del Forum dei Cristiani in Terra Santa quei permessi sono stati rilasciati spesso con un breve preavviso, e a volte separando componenti delle stesse famiglie. "’Il carattere della festa ne ha risentito"’, ha aggiunto.

Dal panorama di Gerusalemme, Betlemme e Nazareth mancano inoltre le masse di pellegrini che facevano in passato da cornice festosa alle celebrazioni pasquali. A causa della guerra molte compagnie aeree hanno annullato i voli verso Israele e quelle rimaste esigono prezzi elevati, al di sopra delle possibilità di molti pellegrini. Anche la incertezza per la situazione di sicurezza in Israele e nei Territori ha avuto la sua influenza. "Molti mi dicono – aggiunge Abu Nassar – che ‘in Terra Santa c’è la guerra’. Magari non hanno ben chiara la sua geografia. Io comunque non dico loro di venire e non dico nemmeno di rinunciare. È una responsabilità troppo grande".

Mentre a Gerusalemme proseguono le celebrazioni del Ramadan – con un massiccio spiegamento di forze di polizia per prevenire attentati – quest’anno non ci sarà la sovrapposizione con la Pasqua ebraica che inizia solo a fine aprile. Come fra i palestinesi, la atmosfera fra gli israeliani è di grande tristezza: sia per le 1200 vittime dell’attacco di Hamas del 7 ottobre sia per la sorte dei 134 ostaggi trattenuti a Gaza in condizioni di quasi-schiavitù. Nei vicoli della Città Vecchia, fra le masse di fedeli musulmani e religiosi cristiani ci sono anche in gran numero gli ebrei osservanti. Fra di loro l’attesa delle ricorrenze pasquali è già palpitante e a volte, nella atmosfera polarizzata degli ultimi mesi, anche un episodio minore può assumere dimensioni regionali. È così accaduto che si sia creato grande clamore attorno ad una conferenza di studiosi ebrei dedicata alla questione della ‘Vacca Rossa’: ossia di una giovenca assolutamente perfetta nelle sue forme le cui ceneri sarebbero utilizzate, una volta che fosse ricostruito il Tempio di Gerusalemme distrutto dai Romani nel 70 d.C. per purificare il popolo d’Israele. Nella storia millenaria del popolo ebraico, pare, ce ne furono solo nove assolutamente perfette e adesso si attende che compaia la decima. Questa settimana 35 persone si sono riunite nel sito archeologico ebraico di Shilo (in Cisgiordania) per apprendere gli ultimi sviluppi. La stampa israeliana ha ignorato del tutto l’evento, ritenendolo al limite della bizzarria. Ma Hamas lo ha invece intercettato immediatamente e ha invitato le masse islamiche a vigilare, nel timore che religiosi ebrei stiano ordendo piani per la Spianata delle Moschee (ossia per il Monte del Tempio). E dal Libano anche gli Hezbollah – che partecipano attivamente alla guerra con bombardamenti quotidiani della Galilea, ormai zona di guerra nelle aree vicine al confine – hanno pure dato grande evidenza al convegno sulla ‘Vacca Rossa’.

Intanto a Gerusalemme fervono gli ultimi preparativi. Con la messa celebrata al Santo Sepolcro dal patriarca Pizzaballa si è aperto il ’triduo santo’ che culminerà domenica con la Pasqua. Facendo riferimento alle tensioni nella regione, il Custode di Terra Santa padre Francesco Patton ha rilevato che "la situazione in atto non toglie nulla al valore più profondo della Pasqua che si fonda sulla riconciliazione, la speranza, la pace e la vittoria della vita sulla morte"’.