KAZAN (Russia)
Membro della Nato, aspirante membro dell’Unione Europea, anche se il processo al momento è congelato e adesso anche promessa sposa dei Brics. La Turchia sta diventando una presenza fissa di tutti i tavoli internazionali, anche quelli che non vanno d’accordo tra loro. Il regista indiscusso di questa politica estera assertiva ed esuberante è il presidente Recep Tayyip Erdogan, che ieri ha incontrato Vladimir Putin (nella foto) a Kazan, dove si svolge il vertice dei Brics.
In Occidente – che però gli dà retta a fasi alterne – facendo pesare la posizione geografica della Turchia, strategica ai limiti del vitale per la Nato. Mentre nel mondo a trazione cinese, quello dei Brics, che aspira a scalzare gli Usa dalle decisioni sui destini globali, si rivende il fatto, fastidioso per molti, ma inoppugnabile, che la Mezzaluna è un partner Nato, e quindi con lui le cancellerie occidentali devono parlare per forza. Quasi un gioco delle tre tavolette su scala planetaria, dove Erdogan si presenta, batte i pugni sul tavolo e, a turno, ricorda perché la Turchia non va fatta arrabbiare. Con l’Ue ha gioco facile. Basta ricordare i 3 milioni di rifugiati siriani, che periodicamente minaccia di spingere verso le frontiere del Vecchio Continente. Non lo fa solo perché è pagato da Bruxelles per aiutarli, ma sul suo territorio nazionale. Erdogan, in cambio, alza sempre il prezzo, cercando nuovi vantaggi.
Marta Ottaviani