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I migranti che stanno occupando il teatro Gaite Lyrique a Parigi
Parigi, 17 febbraio 2025 – Lungo il trafficato Boulevard de Sébastopol, nel cuore di Parigi, un gruppo di minori stranieri non accompagnati occupa da due mesi lo spazio culturale della Gaité Lyrique. Erano 250 il 10 dicembre 2024, oggi sono 401. Souleymane è uno di loro, portavoce del collectif des jeunes de Belleville, un collettivo autogestito. Originario della Guinea, ha attraversato l’Italia prima di raggiungere la capitale francese: “Sono arrivato a Lampedusa, poi sono stato in Sicilia e dopo a Milano. Mi hanno trattato bene: avevo un luogo in cui dormire, mangiare, giocare a calcio”.
Ma il problema per Souleymane in Italia è la lingua. Decide quindi di proseguire il viaggio verso la Francia. “Sento spesso dire che la Francia è il paese dei diritti, che rispetta la dignità umana. Purtroppo qui ho l’impressione che sia il contrario”.
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Quanti sono i minori stranieri in Francia
La Francia accoglie un numero sempre più alto di minori stranieri non accompagnati e per i dipartimenti i costi di gestione toccano i 10 miliardi di euro, il doppio rispetto a 20 anni fa. Secondo il Ministero della Giustizia francese erano 8.054 nel 2016, nel 2023 la cifra è salita a 19.370. I principali paesi d’origine sono la Costa d’Avorio, il Mali, la Guinea, la Tunisia e l’Algeria.
Gaité Lyrique non è altro che un limbo in cui sono trattenuti lui e gli altri 400 giovani con cui trascorre le giornate e condivide i pasti, le coperte, le difficoltà. Per beneficiare della protezione per i minorenni i giovani devono rientrare nel dispositivo dell’Aide sociale à l’enfance (ASE), l’assistenza ai minori francese, gestita dai dipartimenti. Se, dopo i colloqui coi servizi, sorgono dubbi sull’età, il presidente del Consiglio dipartimentale può chiedere l’autentificazione dei documenti e sottoporre il giovane, con il suo consenso, a degli esami radiologici ossei o dei denti, per stabilirne l’età biologica. Se la persona risulta maggiorenne ha l’obbligo di lasciare il territorio entro 30 giorni, ma la Francia spesso non applica questi provvedimenti.
Cosa succede dopo l’espulsione
Per i giovani comincia un periodo di sospensione, senza la possibilità di frequentare la scuola, recarsi dal medico e soprattutto vivere in un alloggio, diventando facilmente preda di organizzazioni criminali. Per chi ha meno di 15 anni, l’acquisizione della cittadinanza alla maggiore età è automatica. Sempre più Comuni non riescono a gestire i flussi. Una città come Parigi ha più facilità ad integrare i giovani, ma anche qui gli spazi scarseggiano. La Gaité Lyrique è il sintomo visibile di un male ignorato.
"Molti di noi dormivano sotto il Pont-Marie, sulla Senna, altri a Gare du Nord o Gare de Lyon. Ma con l’arrivo del freddo, ci siamo detti che era ora di trovare un immobile del comune, affinché la città trovi una soluzione”, dice Souleymane. “Quando sei per strada, il Comune non ti vede. Mandano la polizia per sgomberare il passaggio. Quando fai un’occupazione, non solo ti vedono, ma inizieranno anche ad ascoltarti”.
La strategia del collettivo
La strategia del collettivo non è nuova. Il CentQuatre, la Maison des Métallos e ora la Gaîté lyrique: l’occupazione dei centri culturali del comune ha già permesso di sistemare quasi mille giovani migranti negli ultimi anni. “Questi luoghi riflettono i valori di solidarietà e ospitalità della città di Parigi, che hanno forgiato la sua lunga tradizione e continuano a definirne l’identità”, rivendicano Carine Rolland e Léa Filoche, assessori della città di Parigi.
Il Comune accusa lo Stato di non prendersi carico delle proprie responsabilità, ovvero quella di fornire delle sistemazioni di emergenza nel periodo di studio delle richieste.
Cosa succede al Gaité Lyrique
Nelle ampie aule della Gaité Lyrique, in cui di solito si organizzano mostre o conferenze, ogni centimetro è occupato. I sacchi a pelo in terra, appiccicati l’uno all’altro. La maggior parte dei giovani aspetta, altri si radunano nell’atrio, intorno alle colonne con le prese elettriche. Non ci sono docce e i bagni sono quattro, di cui due non in condizioni ottimali.
“Facciamo del nostro meglio per mantenere il luogo pulito e sicuro, altrimenti la polizia potrebbe venire a sfrattarci”, spiega Souleymane. Una minaccia imminente dopo che la sentenza del tribunale amministrativo di Parigi del 13 febbraio, ha ordinato l’espulsione dei 300 giovani migranti, molti di loro considerati maggiorenni dalle autorità, entro un mese.
Nel frattempo, il collettivo sopravvive grazie a una colletta e molti parigini contribuiscono, portando anche di persona viveri e coperte. “Compriamo 400 porzioni di riso al giorno: ci costa tra i 1.600 e i 1.700 euro”.