Roma, 5 febbraio 2024 - Svelata una parte del testo racchiuso nei papiri di Ercolano, rinvenuti casualmente nel 1752 da operai della famiglia reale dei Borbone nella cosiddetta Villa dei Papiri, ancora arrotolati e carbonizzati dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.c.. E' il risultato della Vesuvius Challenge, una sfida internazionale lanciata a marzo scorso agli informatici di tutto il mondo dal professore Brent Seales, assieme a Nat Friedman e Daniel Gross, dell'Università del Kentucky, affinché migliorassero l'algoritmo della machine learning creata da loro appositamente per leggere le immagini ai raggi x delle pagine carbonizzate, impossibili da srotolare senza danneggiarle.
Per ottenere ulteriori risultati i ricercatori dell'Università del Kentucky hanno messo a disposizione il loro algoritmo e migliaia di immagini ai raggi x di alcuni rotoli di papiro. Oggi, dopo aver svelato a ottobre la parola "popora", tre studenti di informatica, Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger sono riusciti a leggere il 5% del testo dei papiri, vincendo così 700mila dollari di premio.
Un risultato straordinario che apre una nuova finestra sulla vita di quasi 2.000 anni fa. Il Challenge continua, con in palio un super premio in dollari per chi svelerà il 90% dei papiri di Ercolano.
Sul sito del Vesuvius Challenge il team spiega di essere riuscito ad estrarre "una trascrizione preliminare di tutte le colonne rivelate. Ora sappiamo che questo rotolo non è un duplicato di un'opera esistente, contiene testi mai visti prima dell'antichità". L'autore delle colonne tradotte è Philodemus, un seguace di Epicuro (E forse il maestro di Vigilio suggeriscono i ricercatori).
La parte svelata è la fine di un rotolo, su cui Seales e il suo team possono solo fare supposizioni in attesa che altre parti vengano rivelate. Philodemus nella sua opera tratta del piacere che, propriamente inteso, è il bene supremo della filosofia epicurea.
Il team dell'Università del Kentucky nel sito azzarda: "Gli studiosi potrebbero definirlo un trattato filosofico. Ma ci sembra familiare, e non possiamo sfuggire alla sensazione che il primo testo che abbiamo scoperto sia un post di un blog di 2000 anni fa su come godersi la vita". La ricerca è solo all'inizio e i ricercatori sperano di trovare testi originali, come "un dialogo di Aristotele, una storia perduta di Tito Livio, un’opera epica omerica perduta, un poema di Saffo, chissà quali tesori sono nascosti in questi grumi di cenere".