Città del Vaticano, 6 dicembre 2021 - L'arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit, è stato vittima "del chiacchiericcio", ma "un uomo al quale hanno tolto la fama così pubblicamente non può governare" e "questa è un'ingiustizia". Così Papa Francesco ha spiegato ai giornalisti di aver accettato le dimissioni dell'alto prelato, accusato di aver avuto una relazione con una donna, "non sull'altare della verità ma sull'altare dell'ipocrisia".
"E' stata una mancanza contro il sesto comandamento, ma non totale, di piccole carezze e massaggi che faceva alla segretaria, questa è l'accusa - ha detto il pontefice sul volo di ritorno dalla Grecia -. Questo è peccato ma non è dei peccati più gravi, perché i peccati della carne non sono i più gravi. Quelli più gravi sono quelli che hanno a che fare con l'angelicità: la superbia, l'odio...".
"Aupetit è un peccatore come lo sono io, come è stato Pietro il vescovo su cui Gesù ha fondato la Chiesa e che lo aveva rinnegato - ha aggiunto -. Come mai la comunità del tempo aveva accettato un vescovo peccatore? Era una chiesa normale, nella quale si era abituati a sentirci tutti peccatori, umili". "Si vede - ha annotato ancora - che la nostra Chiesa non è abituata a dire vescovo peccatore, siamo a abituati a dire che è un santo, il vescovo. Il chiacchiericcio cresce e toglie la fama di una persona".
Il Papa si è anche detto pronto a recarsi a Mosca per un incontro con il patriarca Kyrill. "Per dialogare con un fratello non ci sono protocolli, un fratello ortodosso che si chiami Kyrill, Crysostomos, Ieronimos - ha proseguito Bergoglio -. E quando ci vediamo non balliamo il minuetto, ci diciamo le cose in faccia, ma come fratelli".
Il pontefice è poi tornato sul tema migranti ("chi costruisce muri perde il senso della storia" e "se non integri avrai solo guerrieri") e sul documento del Natale dell'Ue, definito "un anacronismo" ("una moda della laicità annacquata, acqua distillata"). Infine per il Papa la democrazia in Europa è in pericolo a causa dei populismi e dei governi sovranazionali. "La democrazia è un tesoro di civiltà e va custodita, non solo da una entità superiore ma anche negli stessi Paese". Occorre stare attenti - ha ammonito Bergoglio - "che i governi, non dico di destra o di sinistra", "non scivolino su questa strada dei populismi, dei cosiddetti politicamente 'populismi', che niente hanno a che vedere con i popolarismi che sono l'espressione libera dei popoli, che si mostrano con la loro identità, il loro folklore, i loro valori, l'arte... Populismo è una cosa, il popolarismo un'altra".