Roma, 4 febbraio 2023 - "Alzare la voce contro l'ingiustizia. Non possiamo rimanere neutrali dinanzi al dolore". Sono le parole di Papa Francesco durante l'incontro con religiosi e preti nel secondo giorno del viaggio apostolico in Sud Sudan. Ieri Bergoglio aveva lanciato un appello per lo stop alle guerre civili. Oggi invece ecco l'invito del Pontefice a schierarsi a favore dei più deboli: "Siamo chiamati anche noi ad alzare la voce contro ingiustizia e prevaricazione che schiacciano la gente. Se vogliamo essere pastori che intercedono a a favore del nostro popolo, non possiamo restare neutrali di fronte al dolore provocato dalle violenze. Là dove una donna o un uomo vengono feriti nei loro diritti fondamentali, Cristo è offeso".
Prima di incontrare gli sfollati, momento principale della seconda giornata del Papa in Sud Sudan, Francesco nella Cattedrale di Santa Teresa ha esortato vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, seminaristi a "sviluppare l'arte di 'camminare in mezzo': in mezzo alle sofferenze e alle lacrime, in mezzo alla fame di Dio e alla sete di amore dei fratelli e delle sorelle".
Il Papa ha lanciato un monito alla platea: "E' molto triste quando i Pastori non sono capaci di comunione, non riescono a collaborare, addirittura si ignorano tra loro. Coltiviamo il rispetto reciproco, la vicinanza, la collaborazione concreta. Se ciò non accade tra di noi, come possiamo predicarlo agli altri?". Bergoglio ha poi ricordato i sacerdoti e i religiosi vittime di violenze e di attentati: "Tanti sacerdoti, religiose e religiosi sono rimasti vittime di violenze e attentati in cui hanno perso la vita. In realtà, l'esistenza l'hanno offerta per la causa del Vangelo e la loro vicinanza ai fratelli e alle sorelle è una testimonianza meravigliosa che ci lasciano e che ci invita a portare avanti il loro cammino".
Il Pontefice ha poi ricordato "San Daniele Comboni, che con i suoi fratelli missionari ha compiuto in questa terra una grande opera di evangelizzazione: egli diceva che il missionario dev'essere disposto a tutto per Cristo e per il Vangelo, e che c'è bisogno di anime ardite e generose che sappiano patire e morire per l'Africa. Allora io vorrei ringraziarvi per quello che fate in mezzo a tante prove e fatiche. Grazie, a nome della Chiesa intera, per la vostra dedizione, il vostro coraggio, i vostri sacrifici, la vostra pazienza. Vi auguro, cari fratelli e sorelle, di essere sempre Pastori e testimoni generosi, armati solo di preghiera e di carità, che docilmente si lasciano sorprendere dalla grazia di Dio e diventano strumenti di salvezza per gli altri; profeti di vicinanza che accompagnano il popolo, intercessori con le braccia alzate".