Domenica 2 Febbraio 2025
REDAZIONE ESTERI

Il Papa: "Non si uccide in nome di Dio, ma le religioni non si devono insultare"

Seconda tappa della visita pastorale in Asia per il Pontefice. Sul volo verso le Filippine: "Libertà di espressione sì, ma senza offendere". Su Twitter: "Dio benedica e protegga lo Sri Lanka" L'INTERVISTA Veneziani: "La blasfemia non è libertà" - di STEFANO GRASSI

Papa Francesco a Manila (Ansa)

Roma, 15 gennaio 2015 - "La libertà di religione" è essenziale, e "non si uccide in nome di Dio". La "libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere", ha detto Papa Francesco durante il volo che dallo Sri Lanka l'ha portato nelle Filippine, seconda tappa del suo viaggio in Asia. Poi Papa Francesco ha chiarito ulteriormente: "libertà di espressione sì, ma senza offendere, perchè è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri (Alberto Gasbarri, organizzatore dei voli papali, ndr), che è un amico, dice una parolaccia contro mia mamma, gli spetta un pugno".

Davanti al terrorismo che minaccia attacchi ai simboli dell'Occidente, e dunque anche al Vaticano, "sempre il miglior modo di rispondere è la mitezza. Essere miti, umili come il pane. Senza aggressività, anche se c'è gente che questo non lo capisce", ha continuato rispondendo alle domande dei giornalisti.

Facendo riferimento agli attacchi suicidi di questi ultimi giorni ha affermato: "Non vorrei mancare di rispetto a nessuno, ma mi viene da dire: dietro ogni attentato suicida c'è uno squilibrio, non so se mentale, ma certamente umano. Quella persona non ha equilibrio sul senso della propria vita, della sua esistenza cioè, e di quella degli altri. Dà la vita e non la dà bene". E a chi gli chiede se ha paura per la sua persona, risponde: "Mi preoccupo prima di tutto - ha poi rivelato - per i fedeli, davvero. Ma il dottor Giani, che è responsabile della sicurezza, mi aggiorna. E sono in atto misure di sicurezza prudenti ma sicure". Poi, ha concluso Bergolio, "mi preoccupo abbastanza per me. Ho un po' paura, ma io ho un difetto: una bella dosa di incoscienza. E prego il Signore: a me se accadesse, solo ti chiedo una grazia che non mi faccia male. Non sono coraggioso, ho paura del dolore fisico". 

I POVERI AL CENTRO DEL VIAGGIO - Bergoglio ha poi chiarito il motivo del suo viaggio nelle Filippine. Al centro del suo viaggio ci "saranno i poveri che vogliono andare avanti, i poveri che hanno sofferto per il tifone Yolanda e ancora soffrono le sue conseguenze, ma hannno fede e speranza". "Sento che nelle Filippine - ha confidato - c'è questa Commissione per il quinto centenario della presenza del Vangelo, un anniversario importante, per il popolo di Dio, anche per i poveri sfruttati da tante ingiustizie sociali, spirituali, esistenziali. Andando verso le Filippine penso a loro". 

L'ARRIVO A MANILA - Bergoglio è giunto a Manila, seconda tappa del suo viaggio in Asia, dove ha trovato ad attenderlo il presidente Aquino III e una folla sterminata (FOTO). Dopo una breve cerimonia di benvenuto all'aeroporto, il Pontefice ha percorso la strada per giungere alla sede della nunziatura, dove pernotterà, a bordo della "papamobile", una jeep aperta con ampio parabrezza di vetro. Lungo le strade della capitale, una folla imponente lo ha salutato, applaudito e fotografato con una selva di smartphone e tablet.

E' la quarta volta che un Pontefice visita le Filippine: il primo fu Paolo VI, 45 anni fa, seguito poi da Giovanni Paolo II nel 1981 e nel 1995. Il viaggio di Francesco, come quello di Papa Montini nel 1970, avviene in un Paese ancora ferito dal recente tifone del dicembre scorso. 

IL SALUTO ALLO SRI LANKA - Questa mattina Bergoglio ha lasciato lo Sri Lanka, prima però si è recato in auto al santuario di Our Lady of Lanka (Nostra Signora di Lanka) che si trova lungo la strada che porta dalla capitale srilankese all'aeroporto Internazionale 'Bandaranaike'. Qui, nella cappella, Francesco ha potuto raccogliersi in preghiera per alcuni minuti accompagnato dai 10 gesuiti della comunità. Jorge Mario Mario Bergoglio ha poi raggiunto l'aeroporto, dove a congedarsi da lui, in una colorita cerimonia, era presente il neopresidente della Repubblica, Maithripala Sirisena, alcuni vescovi guidati dal cardinale Malcom Ranjith e numerose altre autorità. Dopo aver lasciato Colombo, Francesco ha lanciato una benedizione per il Paese via Twitter.

In occasione della visita del Papa, le autorità srilankesi hanno ordinato la liberazione di 612 detenuti, 575 uomini e 37 donne. Lo ha annunciato il portavoce dell'Amministrazione penitenziaria Thushara Upuldeniya, citato dalla Radio vaticana. A beneficiare della grazia presidenziale, anziani di più di 75 anni e detenuti per reati minori.