Roma, 4 aprile 2016 - CI SONO anche un migliaio di italiani citati nei documenti svelati da una rete di giornali in tutto il mondo sull’uso dei paradisi fiscali per nascondere enormi cifre di denaro. È lo scandalo Panama papers, che tira in causa i potenti del mondo grazie alle rivelazioni di un informatore alla Suddeutsche Zeitung che li ha condivisi con i 107 giornali di oltre 70 Paesi che fanno parte dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ). L’Espresso, che ha l’esclusiva per l’Italia, cita tra gli italiani coinvolti Luca di Montezemolo, l’imprenditore Giuseppe Donaldo Nicosia coinvolto in un’inchiesta per truffa con Marcello dell’Utri e il pilota Jarno Trulli.
TUTTO RUOTA intorno allo studio di Mossack Fonseca, che ha sede a Panama, e che avrebbe, secondo quanto emergerebbe dalle carte curato gli interessi di Montezemolo per creare una offshore che si chiamerebbe Lenville overseas e avrebbe sede a Panama. I documenti analizzati confermerebbero che lo studio Mossack Fonseca avrebbe curato anche gli interessi del presidente di Alitalia. Nei primi mesi del 2007 sarebbero infatti stati siglati una serie di contratti che, tra l’altro, indicherebbero Montezemolo come procuratore di Lenville. Il manager, a quell’epoca al vertice di Ferrari e presidente di Fiat, avrebbe ricevuto la delega per operare su un conto alla Bim Suisse, filiale elvetica dell’italiana Banca Intermobiliare. Per il momento Montezemolo non ha risposto alle richieste di chiarimenti.
Nei documenti ricorrebbero anche i nomi di due grandi istituti di credito italiani come Unicredit e Ubi. «Non abbiamo società controllate in paesi quali quelli citati e nemmeno i nominativi indicati sono direttamente riconducibili a Ubi. È però possibile – spiega un portavoce dell’istituto – che siano state gestite delle operazioni dalla Banca per conto di propri clienti, nel rispetto della legislazione del Granducato». Anche Unicredit prende le distanze: «Mossack Fonseca non risulta essere un consulente fiscale della capogruppo»
MA C’È DELL’ALTRO - I file panamensi aggiungerebbero particolari inediti su vicende giudiziarie come il caso dell’eredità di Nino Rovelli, il re della chimica anni Settanta. «E negli stessi documenti segreti compare anche il nome di Giuseppe Donaldo Nicosia, sotto inchiesta a Milano per frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Un’inchiesta – fa notare il settimanale – in cui è coinvolto anche l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, che sta scontando in carcere una condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa».
Nelle carte, stando a quanto riferisce l’Irish Times, figurerebbero anche i proprietari (alcuni ex, alcuni attuali) di 20 società di calcio, tra cui l’Inter e il Boca Juniors. Anche Jarno Trulli, l’ex pilota di Formula Uno, risulterebbe azionista della Baker street sa, una società registrata nelle isole Seychelles e creata con l’assistenza dei legali dello studio Mossack Fonseca. Il campione nato a Pescara, che in carriera ha corso per la Minardi e per la Prost, per ora non ha voluto fornire spiegazioni.