Mercoledì 17 Luglio 2024
GIAMPAOLO PIOLI
Esteri

Palestina nelle Nazioni Unite. Primo ok, l’Italia si astiene. L’ambasciatore di Tel Aviv fa a pezzi la Carta dell’Onu

Passa la risoluzione che riconosce al Paese arabo lo status per l’adesione. Esulta Hamas, l’ira del ministro Katz: "Decisione assurda che premia la violenza". Roma: la soluzione sono i due Stati, l’obiettivo va raggiunto con negoziati diretti.

Un voto schiacciante che avvicina la Palestina all’Onu e scatena l’ira di Israele. Ieri l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha dato il prima via libera al riconoscimento a pieno titolo dello Stato palestinese come Paese membro invitando il Consiglio di Sicurezza a "riconsiderare favorevolmente la questione". Il verdetto è stato chiaro: 143 sì, 9 no (inclusi gli Stati Uniti ) e 25 astenuti tra i quali l’Italia. I numeri del voto non lasciano spazio a molte ambiguità. L’assemblea generale ha adottato con la maggioranza dei due terzi una risoluzione che migliora lo status palestinese garantendogli diversi diritti aggiuntivi, ma non quello di voto.

La solidarietà ai palestinesi di molte cancellerie europee è stata spesso nascosta dietro le astensioni. Anche l’Italia (come la Germania e la Gran Bretagna) ha evitato di schierarsi, pur avendo il nostro Parlamento approvato il riconoscimento della Palestina nel 2015. Nell’aula delle Nazioni Unite l’ambasciatore Maurizio Massari ha spiegato la differenza tra l’astensione italiana e il netto "sì" francese, parlando di "risoluzione che non faciliterebbe il processo di pace perché deve essere prima raggiunto un accordo tra le parti mediante negoziati diretti".

Il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Israel Katz, ha bollato la risoluzione come una "decisione assurda". "Il messaggio che l’Onu manda alla nostra regione in sofferenza è che la violenza paga", ha tuonato, parlando di "un premio ai terroristi di Hamas". L’ambasciatore Gilad Erdan ha rincarato la dose sottolineando che "questo giorno rimarrà ricordato nell’infamia. Avete aperto le Nazioni Unite ai nazisti moderni", ha denunciato parlando di uno "Stato terrorista palestinese che sarebbe guidato dall’Hitler dei nostri tempi". "State facendo a pezzi la Carta Onu con le vostre mani", ha detto ai Paesi che hanno votato a favore, passando simbolicamente alcune pagine del documento in un tritacarte.

Di toni diversi il messaggio dell’ambasciatore palestinese Ryad Mnsour che in veste di osservatore permanente ha commentato: "Votare per l’esistenza della Palestina non è contro nessuno Stato, ma è un investimento nella pace". "La nostra bandiera sventola alta e orgogliosa in tutto il mondo – ha aggiunto – ed è diventata un simbolo di chi crede nella libertà".

La proposta di riconoscere a pieno titolo la Palestina come 194esimo Stato delle Nazioni Unite, verrà riportata al tavolo dei 15, ma l’America di Joe Biden sembra determinata a non aggravare le tensioni con Israele e minaccia di mettere un nuovo veto.

Ad ogni modo, gli Stati Uniti hanno spiegato che il loro voto contrario "non riflette l’opposizione allo Stato palestinese". "Siamo stati molto chiari nel sostenerlo e nel cercare di portarlo avanti in modo significativo – ha affermato l’ambasciatore Robert Wood –. Si tratta invece di un riconoscimento del fatto che la statualità potrà derivare soltanto da un processo con trattative dirette tra le parti. Resta la nostra opinione che le misure unilaterali alle Nazioni Unite e sul campo non porteranno avanti questo obiettivo".