Roma, 29 marzo 2024 – “Stiamo tutti male, musulmani, ebrei, cristiani, stiamo tutti soffrendo l’inferno, già il Natale scorso è stato triste, adesso, dopo sei mesi di maledetta guerra, andiamo incontro a una Pasqua ancora più triste. La situazione peggiora ogni ora, non si sente affatto un clima di festa, non ci sono pellegrini, non c’è lavoro, gli scontri sono dappertutto, e con le immagini strazianti che arrivano da Gaza dove la gente muore di fame e di sete, chi può essere felice?". Padre Ibrahim Faltas , frate francescano di origine egiziana, vicario della Custodia di Terra Santa, ha appena finito di celebrare la messa del Crisma, con cui si entra nel Triduo pasquale. Da qui a domenica si rievocano la Passione di Gesù, la dolorosa Via Crucis tra gli insulti e le umiliazioni della folla, la Crocifissione, ma poi, al culmine della narrazione evangelica, arriva la Pasqua, la Resurrezione. Uno scenario ancora lontano in Terra Santa, "in 70 anni non c’era stato nulla del genere", commenta. Padre Ibrahim da queste parti è una specie di leggenda, nel 2002 fu tra i protagonisti di una trattativa serrata che portò alla svolta nell’assedio di 39 giorni alla Natività di Betlemme dove si erano asserragliati 240 miliziani palestinesi e l’esercito israeliano minacciava un blitz che avrebbe fatto una strage. Con il dialogo, si riuscì a non far scorrere una goccia di sangue. Oggi invece, il sangue scorre a fiumi. "Che cosa deve accadere più di così? Questa guerra ha portato tantissime vittime, sono più di 100mila le persone coinvolte tra morti e feriti. E dopo la guerra vedremo che cosa troveremo sotto le macerie".
Padre Faltas quale può essere la via d’uscita? Benjamin Netanyahu non arretra, attaccherà Rafah alla fine del Ramadan.
"Ma una via d’uscita si deve trovare dopo tutte queste vittime, dopo i morti di tutte e due le parti, mi auguro che dopo questa ulteriore offensiva si farà un accordo per arrivare a una pace duratura, dopo gli eventi del 7 Ottobre non tornerà tutto come prima, tutte e due le parti hanno sofferto troppo. Basta vendetta e basta odio. La comunità internazionale deve prendere in mano la situazione con un cessate il fuoco e procedere verso i due Stati. Se non lo si farà ora, quando?".
In realtà, le risoluzioni dell’Onu non sembrano incidere, addirittura creano un effetto boomerang.
"Certo, tutti questi appelli devono poi essere messi in pratica, e qui un ruolo centrale ce l’hanno gli Usa, sono loro che possono fare la differenza".
Che notizie ha da Gaza?
"Da quando è iniziata la guerra siamo riusciti a fare uscire 160 persone, soprattutto bambini e anziani malati. Alcuni li abbiamo portati in Italia. Proprio l’altro giorno sono riuscito a sbloccare la situazione per altri 10 rifugiati che lasceranno la Striscia".
Nel Nord di Gaza restano i cristiani che non hanno voluto abbandonare il compound della chiesa della Sacra Famiglia.
"I cristiani rimasti sono 800 in tutto, 600 nella chiesa cattolica, 200 in quella ortodossa, sono allo stremo e anche al loro parroco è vietato tornare nella sua comunità di fedeli".
Il Papa ha scritto ai cristiani di Terra santa una Lettera drammatica, in cui parla di un Medio Oriente avvolto dalle tenebre e dei cristiani come fiaccole accese nella notte. Ma i leader sembrano ignorarlo.
"Il Papa è stato il primo a gridare cessate il fuoco ed è stato criticato da tutti, ora invece tutti dicono cessate il fuoco, magari lo avessero ascoltato, quanto sangue poteva essere risparmiato! La sua lettera è veramente un conforto, per tutti, non solo per i cristiani".
Però anche il suo appello a fermarsi almeno per la Pasqua è caduto nel vuoto.
"Il Papa sta facendo di tutto, i leader palestinesi e quelli israeliani dovrebbero ascoltare la sua parola, scorrerà ancora molto sangue ma mai possiamo perdere la speranza, dobbiamo lottare perché questi due popoli possano vivere in pace".