Martedì 16 Luglio 2024

Russia: distrutto il primo pezzo di artiglieria italiana. Cos’è e come funziona l’Oto-Melara M56 105

E’ la prima volta che si parla della distruzione di questo tipo di obice, nonostante l'Italia lo fornisca all'Ucraina già dallo scorso anno

Kiev, 13 maggio 2024 – E’ un Oto Melara M56 calibro 105 il primo pezzo di artiglieria italiana distrutto dai russi, secondo quanto fa sapere Mosca. Si tratta di un obice, dunque di un via dei mezzo tra un cannone (traiettoria dritta) e un mortaio (a parabola). ll primo prototipo fu realizzato dall'Arsenale Militare di Napoli. La produzione, avviata alle Officine Meccaniche di Pozzuoli, fu poi presa in carico da Oto Melara, azienda spezzina ora controllata da Leonardo. 

Il ministero della Difesa russo ha reso noto che le forze di Mosca in Ucraina hanno distrutto il primo pezzo di artiglieria italiano, un Oto Melara M56 da 105 (Ansa)
Il ministero della Difesa russo ha reso noto che le forze di Mosca in Ucraina hanno distrutto il primo pezzo di artiglieria italiano, un Oto Melara M56 da 105 (Ansa)

In base a quanto dichiarato dalla difesa di Mosca, l’armamento è stato distrutto ieri dalle forze Sud, durante un’operazione speciale. E' la prima volta che si parla della distruzione di questo tipo di obice, nonostante l'Italia lo fornisca all'Ucraina già dallo scorso anno. Nella stessa operazione le forze armate ucraine hanno perso “fino a 540 militari e 2 carri armati, tra cui un Leopard”. Questo in 24 ore. 

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L’M56 Oto Melara 105 può raggiungere obiettivi fino a 10,5 km (fonte: weaponsystem.com). La velocità massima di fuoco è di 8 giri al minuto per brevi periodi e 4 giri al minuto per 30 minuti. Il suo valore aggiunto è la mobilità, nonché la possibilità di essere scomposto e quindi meglio trasportato. Inoltre è compatibile con le munizioni Nato da 105 mm. E’ dotato di uno scudo antiproiettile che fornisce un minimo di protezione. Le ruote possono essere abbassate in modo da renderlo meno visibile, se esposto al fuoco diretto. 

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Prodotto in grandi quantità ed è stato ampiamente esportato. Di esemplari ne sono stati fabbricati oltre 2500, 340 sono andati in dotazione dell’Esercito Italiano. I restanti sono stati acquistati da altre nazioni occidentali (dal 1957 ha fatto parte stabilmente dell’equipaggio degli eserciti occidentali), africane, asiatiche e sudamericane. Molti sono ancora in servizio anche se sono stati rimpiazzati da modelli più moderni, come lo UK Light Gun. 

In Italia fu dismesso, reintrodotto in servizio nel 2016 dopo una revisione e scelta dei pezzi idonei. Attualmente fa parte dell’equipaggiamento dei Reggimenti di Artiglieria da Montagna ( 1° e 3°) i delle Brigate Alpine.

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