Martedì 16 Luglio 2024

Gli attacchi degli orsi in Giappone non sono mai stati così tanti, cosa c’entra il cambiamento climatico

Numeri record: 212 sopravvissuti e 6 morti in meno di un anno. Gli esperti: “Il cibo tradizionale dei plantigradi scarseggia e loro si avventurano fino ai villaggi”. Il ruolo dello spopolamento delle aree rurali: con i terreni incolti meno barriere

Esemplari di orso bruno

Esemplari di orso bruno

Tokyo, 9 dicembre 2023 – I numeri sono allarmanti: 218 attacchi, 6 morti in meno di un anno. Cosa sta succedendo agli orsi in Giappone, perché le aggressioni all’uomo stanno aumentando? Se lo chiede la Cnn in un articolo a firma di Chris Lau e Francesca Annio. Il 2023 – che peraltro non è ancora finito – è l’annus horribilis. Nel 2020 – l’ultimo anno di cui sono disponibili i dati –  gli attacchi furono 158, e dal 2006 il numero non ha mai superato i 200. Forse ancora più indicativi sono i conteggi degli avvistamenti: solo nel mese di novembre sono stati 19,191, rispetto ai 11,135 del 2022 e ai 12,743 del 2021. Statisticamente queste informazioni non bastano a stilare dei trend significativi ma esperti e istituzioni confermano un fenomeno in crescita. 

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Gli orsi si spingono fino ai villaggi

Gli orsi del Giappone si stanno avventurando sempre più al di fuori del loro habitat tradizionale, che si trova nel nord del Paese, territorio rigoglioso, con abbondanti riserve di ghiande, faggiole (il frutto del faggio) altri frutti e insetti, che rappresentano la dieta tipica di questi mammiferi. “Quest’anno gli orsi stanno espandendo il loro territorio e si stanno avvicinando agli insediamenti umani in cerca di cibo”, conferma alla Cnn Maki Yamamoto, professore associato dell’Università di Tecnologia di Nagaoka a Niigata, studioso di orsi. 

Chris Lau e Francesca Annio raccontano il caso di Seishi Sato, un 57enne di Iwato, nel nordest del Giappone, aggredito da due esemplari a mezz’ora di cammino dal suo negozio. Il territorio di Iwato è il più colpito, tanto che il ministro dell’Ambiente Shintaro Ito il mese scorso si è impegnato ufficialmente con le comunità locali. “Stiamo valutando la possibilità di fornire assistenza di emergenza” per il “rilevamento e la cattura degli orsi che vivono nelle vicinanze degli insediamenti umani”. 

Le madri difendono i cuccioli

Per indole gli orsi che si trovano in Giappone (gli orsi bruni ad Hokkaido, gli asiatici a Honsu) non si avvicinano all’uomo. “Sono fondamentalmente animali timidi che evitano le persone", afferma il professor Koji Yamazaki dell'Università di Agricoltura di Tokyo, sempre citato dalla Cnn. Quando attaccano lo fanno per difesa della prole. Anche nelle cronache nostrane (perlopiù trentine e abruzzesi), quando l’incontro ravvicinato finisce in aggressione, siamo spesso in presenza di una madre con il suo cucciolo. E’ questo anche il caso di Sato, che si è salvato da due orsi, apparentemente madre e figlio, salendo su un albero.  

Cosa c’entra il cambiamento climatico 

Ma perché gli orsi hanno cambiato le proprie abitudini, uscendo dal loro habitat? Un imputato è il cambiamento climatico che potrebbe comportare penuria di cibo per i plantigradi. “Quando il raccolto è scarso, gli orsi non riescono a immagazzinare abbastanza energia prima di andare in letargo, mangiando solo ghiande di montagna, quindi si avvicinano agli insediamenti umani alla ricerca di frutta, castagne, cachi, noci e prodotti agricoli in generale – . spiega Yamamoto alla Cnn –. Quest’anno gli orsi sono comparsi di più nei villaggi proprio a causa del pessimo raccolto di ghiande del faggio, l’albero preferito dagli orsi”. Ma qual è il nesso fra il cosiddetto climate change e la diminuzione di ghiande? Secondo Tsutomu Mano, ricercatore nella Hokkaido Research Organization, il surriscaldamento globale potrebbe aver avuto “un impatto negativo sul periodo di fioritura delle piante e sull’attività degli insetti responsabili dell’impollinazione, necessaria per la fruttificazione”.

Provando il cibo dei sobborghi (rifiuti urbani), gli orsi avrebbero poi sviluppato un “gusto per gli avanzi umani” e dunque si ripresenterebbero per trovarne altri. 

Lo spopolamento delle aree rurali

Un altro fattore decisivo potrebbe essere demografico. La popolazione Giapponese è tra le più vecchie del mondo con un’età media di 48 anni, con i giovani che tendono a spostarsi nelle grandi città. Il risultato è una spopolamento delle aree rurali e il conseguente “abbandono dei terreni coltivati” la proliferazione delle aree incolte  che “rendono più facile l’ingresso degli orsi”. 

Al momento i rimedi presi sono fai-da-te. Nella regione di Nagano, nordovest di Tokyo, gli ambientalisti pattugliano la foresta con i cani per spaventare gli orsi. Ad Akita le istituzioni hanno cominciato a offrire ricompense per i cacciatori: 5mila yen (35 euro) per ogni orso catturato.