Martedì 5 Novembre 2024

Origine Covid, no della Cina all'Oms: "Nessuna nuova indagine sul nostro territorio"

Il governo cinese ha respinto la richiesta di poter approfondire l'"ipotesi di laboratorio". Appello dell'Oms a "depoliticizzare" la ricerca: "L'Italia è un esempio"

Il laboratorio di virologia di Wuhan (Ansa)

Il laboratorio di virologia di Wuhan (Ansa)

Roma, 13 agosto 2021 - Muro della Cina verso nuove indagini sull'origine del coronavirus sul proprio territorio. Il governo cinese ha respinto oggi l'appello dell'Organizzazione mondiale della sanità per avviare ulteriori indagini per cercare le origini del virus causa della pandemia e ribatte chiedendo un approccio "scientifico" e non "politico" sulla questione.

I contagi Covid Italia del 14 agosto "Siamo contrari alla politicizzazione della ricerca delle origini del Covid e all'abbandono del rapporto congiunto Cina-Oms pubblicato dopo la visita degli esperti internazionali a gennaio a Wuhan", ha affermato Ma Zhaoxu, vice ministro degli Esteri di Pechino. "Sosteniamo una ricerca basata sulla scienza", ha quindi aggiunto l'esponente del governo cinese. 

La nota dell'Oms

Ma proprio la nota di ieri dell'Oms si appellava a una "depoliticizzazione" della questione da parte di tutti gli Stati. "Dopo la pubblicazione del rapporto congiunto Oms-Cina degli studi di fase uno sulle origini del virus Sars-CoV-2 nel marzo 2021, l'Oms ha delineato la prossima serie di studi che devono essere intrapresi e continua a confrontarsi con Stati membri ed esperti sui prossimi passi. Per andare avanti - precisa la nota dell'Agenzia Onu - l'Oms chiede a tutti i governi di depoliticizzare la situazione e di cooperare per accelerare gli studi sulle origini del virus e, soprattutto, di lavorare insieme per sviluppare un quadro comune per i futuri patogeni emergenti del potenziale pandemico", in pratica le varianti del virus.

"La ricerca delle origini di qualsiasi nuovo agente patogeno è un processo difficile, che si basa sulla scienza e richiede collaborazione, dedizione e tempo" ha aggiunto l'Oms, ribadendo che "la ricerca delle origini di Sars-CoV-2 non è e non dovrebbe essere un esercizio di attribuzione di colpe, dito puntato o punteggio politico. È di vitale importanza sapere come è iniziata la pandemia di Covid-19, per creare le basi per stabilire le origini di tutti i futuri eventi di passaggio da animale a uomo". Per questo occorre un lavoro svolto "nel vero spirito di partenariato e garantire a scienziati ed esperti lo spazio di cui hanno bisogno per trovare le origini della peggiore pandemia dell'ultimo secolo".

L'esempio dell'Italia

L'agenda prevede innanzitutto un riesame dei dati grezzi dei primi casi accertati e dei sospetti casi precoci del 2019, dati che l'Oms prega di fornire. In proposito ha elogiato e portato ad esempio l'Italia, dove l'Oms "ha facilitato una valutazione indipendente da parte di laboratori internazionali dei risultati di uno di questi studi, incluso un nuovo test di campioni di sangue pre-pandemia".

"La condivisione dei dati grezzi e la concessione del permesso per la rianalisi dei campioni in laboratori al di fuori dell'Italia riflette al meglio la solidarietà scientifica e non è diverso da ciò che chiediamo a tutti i paesi, inclusa la Cina, per far avanzare rapidamente gli studi sulle origini del virus".

"La Cina e un certo numero di altri Stati membri hanno scritto all'Oms in merito alle basi per ulteriori studi sull' 'ipotesi di laboratorio' della Sars-CoV-2, suggerendo che lo studio sulle origini è stato politicizzato o che l'Oms ha agito in base a pressioni politiche". Tuttavia, nel rapporto successivo alla visita in Cina "l'Oms ha stabilito che non vi erano prove scientifiche sufficienti per escludere nessuna ipotesi". Da qui la richiesta di poter accedere a tutti i dati per poter affrontare anche l'ipotesi di una fuga da un laboratorio e la richiesta di una nuova indagine in Cina.