Roma, 1 luglio 2024 – “Patrioti per l’Europa". È il nome del nuovo gruppo annunciato ieri da Vienna dal premier ungherese Viktor Orban, principale fautore dell’unità delle destre nazional-sovraniste. Che per iniziare conta sul sostegno del Partito della libertà austriaco guidato da Herbert Kickl e del movimento del premier liberal-populista ceco Andrej Babis, oltre che della Lega di Matteo Salvini. Ma in prospettiva punta ad aggregare anche il Rassemblemen national di Marine Le Pen e i polacchi del Pis, oltre a una parte del vasto arcipelago di formazioni di destra più o meno estrema al momento accasate in Identità e democrazia e tra i non iscritti.
Parlando ai media Orban ha invitato gli altri partiti a unirsi all’alleanza che a suo dire "diventerà la rappresentanza più forte della destra europea all’interno del Parlamento Ue". Un’alleanza politica pronta "a coinvolgere altri partiti europei per poi uniti ridare all’Europa un futuro – aggiunge Kickl – Una nuova alleanza politica formata da forze patriottiche che svolgono tutte un ruolo di primo piano nei loro Paesi". E da Roma fa eco una nota della Lega, secondo cui "davanti all’arroganza di Bruxelles, che sulle nomine si comporta come se nulla fosse dopo il voto dei cittadini, e che non aspetta l’esito delle elezioni francesi, è quantomai necessario unire le forze di chi vuole cambiare l’Europa e offrire una alternativa alle sciagurate sinistre".
Il premier ungherese non ha mai fatto mistero dell’intenzione di dar vita a una grande formazione dei nazionalisti europei sulle macerie di Id e dei conservatori di Ecr. Spregiudicato e ondivago, Orban ha sempre coniugato un nazionalismo affatto refrattario verso i processi di integrazione europea con una grande attenzione verso i fondi erogati dall’Unione. Membro della Nato, amico di Trump anche più che di Putin, convinto delle ragioni dello scambio commerciale con l’Asia, il premier ungherese sostiene tutte le virtù del mercato unico, ma non quelle dell’Europa politica e lo stato di diritto.
Su questo terreno e l’allarme migranti, comuni a tanti altri partiti identitari dell’est europeo (il cosidetto gruppo Visegrad), come alla Lega, Orban punta a consolidare un fronte di destra capace di soppiantare i socialisti e i liberali nell’alleanza col Ppe. Per questo si trova in attrito anche con Giorgia Meloni e le destre di governo. Al momento sono della partita i 10 eurodeputati di Fidesz, i 7 cechi di Ano 2011, i 6 austriaci di Fpoe. Già basterebbero per superare la soglia di 23 necessaria a fare il gruppo. Ma servono anche 7 nazionalità. Oltre agli italiani e ai francesi di Rn, Orban punta a sottrarre forze all’Ecr, a cominciare dai 18 polacchi del Pis. Poi ci sono una ventina di deputati di destra non iscritti e gli altri che possono arrivare dai 53 del gruppi di Id.