Roma, 3 gennaio 2024 – Che l’Africa fosse la pattumiera del pianeta non fa più notizia, purtroppo, ma che si candidi suo malgrado ad essere anche la principale discarica dello spazio non dovrebbe lasciare indifferenti. Ne sanno qualcosa gli abitanti del villaggio di Mukuku, nella contea di Makueni, nella parte meridionale del Kenya. Uomini, donne e bambini che nel primo pomeriggio dello scorso 30 dicembre hanno visto abbattersi sulle loro teste – per fortuna solo in senso metaforico, ma c’è mancato davvero poco – una misteriosa pioggia di detriti spaziali e, in particolare, un anello di metallo di due metri e mezzo di diametro e del peso di circa 500 chilogrammi.
Frammenti presumibilmente provenienti da un razzo lanciato da una delle super potenze della Terra, anche se toccherà alla Kenya space agency (Ksa) provare a far luce sull’accaduto con una propria inchiesta. Secondo le prime indicazioni della stessa autorità, “l’oggetto caduto è l’anello di separazione di un razzo, progettato per bruciare al rientro nell’atmosfera terrestre”. Ma qualcosa a quanto pare deve essere andato storto.
La pioggia spaziale in questo caso non ha provocato vittime, né danni particolari al villaggio. Paura, invece, tanta, palpabile negli occhi e nelle voci degli abitanti di Mukuku rimasti choccati da quanto accaduto. Tra questi c’è Joseph Mutua che, al canale di informazione keniota NTV, ha raccontato che stava dando da mangiare alla sua mucca, quando ha sentito un fortissimo boato. “Non sapevo se si trattasse di una bomba o di chissà che cosa – ha detto all’emittente –. Se i detriti fossero precipitati su una casa, sarebbe stato catastrofico“.
Per le agenzie spaziali e i governi di tutto il mondo quello dei detriti provenienti da oltre l’atmosfera, in ragione dell’incremento del numero di satelliti, è una preoccupazione crescente al punto che a ottobre la task force delle Nazioni Unite per il coordinamento del traffico spaziale ha espresso la necessità di un’azione urgente finalizzata a tracciare e gestire gli oggetti in orbita terrestre bassa. L’Agenzia spaziale europea ha stimato la presenza di oltre 14mila tonnellate di materiale. Spazzatura, per dirla più terra a terra…
Nel 2022 una parte di una capsula SpaceX Dragon finì su una fattoria di pecore in Australia, mentre, a inizio 2024, la Nasa ha dovuto affrontare una causa intentata da una famiglia americana la cui casa in Florida è stata colpita da un pezzo di metallo in caduta libera. Ma se Atene piange Sparta non ride, se è vero che Pechino, principale antagonista economico di Washington, è stata criticata Oltreoceano (e non solo) in quanto consentirebbe ai suoi razzi Long March di ricadere, dopo la messa in orbita, sulla Terra. Meglio, sulle nostre teste.