Un altro Paese in bilico nell’Unione Europea, un altro possibile governo vicino alla Russia di Putin. Herbert Kickl, leader del Partito della libertà austriaco (Fpö), ha ricevuto ieri dal presidente della Repubblica un mandato per cercare di formare l’esecutivo, a seguito delle elezioni parlamentari dello scorso settembre. La formazione di estrema destra ottenne un clamoroso 28,8% battendo il partito popolare austriaco (Övp), di orientamento conservatore e guidato dal cancelliere uscente, Karl Nehammer, arrivato al secondo posto. E paradossalmente potrebbe venirgli in aiuto proprio chi aveva cercato di ostacolarlo.
Per Kickl infatti si tratta del primo tentativo, dopo che il presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen, aveva concesso proprio a Nehammer la prima opportunità di formare un governo ed evitare che un partito di estrema destra prendesse il potere nel Paese per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale. Dopo settimane di negoziati, la possibilità di formare una coalizione è sfumata, ma lo stesso partito popolare ha dato la sua disponibilità a lavorare con Kickl. La strada, tuttavia, è tutta in salita, e l’Europa attende la formazione del governo con il fiato sospeso. Va detto che Fpö e Övp hanno già governato insieme dal 2017 al 2019. Ma il partito di ultradestra era forza di minoranza e non esprimeva il primo ministro.
Soprattutto, poi, in soli cinque anni è cambiato il contesto attorno. La guerra in Ucraina, iniziata nel 2022, ha diviso in modo irreparabile l’Unione Europea fra chi vede la Russia come una minaccia e chi invece vuole comunque intrattenere un dialogo con Mosca. Vienna, dipendente dal gas russo, che riceve attraverso il Turkstream, dopo l’ultimo risultato elettorale ormai fa decisamente parte della seconda cordata, andando a fare compagnia a Ungheria, Slovacchia e forse anche alla Romania, dove le elezioni, annullate proprio a causa di presunte ingerenze russe, saranno ripetute nella prossima primavera.
Il presidente della Repubblica si difende da chi lo accusa di aver messo a rischio la democrazia nel Paese. "Non ho preso questa decisione alla leggera – ha dichiarato ai giornalisti –, "continuerò a fare in modo che i principi e le regole della nostra Costituzione siano rispettati e rispettati correttamente". Se non si dovesse riuscire a trovare un compromesso, il Paese potrebbe tornare a elezioni, in un mare di polemiche. Tutto adesso dipende da come andranno i colloqui fra ultradestra e conservatori. Certo, trovare un compromesso non sarà facile, soprattutto dato il programma che il Fpö ha presentato in campagna elettorale e con il quale ha vinto le elezioni. Si chiama ‘La fortezza Austria’ e prevede la remigrazione dei migranti non invitati, oltre a una sospensione del diritto di asilo attraverso una legge di emergenza.
Ma la Ue è preoccupata anche per le scelte di politica estera del prossimo, possibile governo. Durante la campagna elettorale, il Partito della Libertà ha più volte criticato le sanzioni contro la Russia e gli aiuti a favore dell’Ucraina. Non solo. Kickl ha criticato spesso le istituzioni e la burocrazia di Bruxelles. Fra i suoi progetti, c’è l’uscita dalla European Sky Shield Initiative, un progetto di difesa missilistica lanciato dalla Germania e un "recupero di sovranità" da parte dell’Austria.