Roma, 26 novembre 2024 – Il risiko dei conflitti si gioca sempre più nel cielo sopra le città, sopra gli obiettivi strategici militari e civili e sulla testa delle truppe con gli scarponi sul terreno. Le aziende che producono tecnologia bellica mondiale, ma soprattutto quella degli Stati Uniti, sono impegnate con grande sforzo economico nel progettare sistemi d'arma autonomi di piccole grandi dimensioni per colpire i target e breve e lunga distanza con mezzi cosiddetti "sacrificabili". E' la guerra con sistemi 'usa e getta' del futuro.
Il progetto Replicator
Il grande progetto americano che nella realizzazione sta facendo passi da gigante si chiama Replicator 1 e 2 e ha come obiettivo la dotazione alle forze armate di migliaia cosiddetti sistemi innovativi autonomi, “sacrificabili” (attritable) e Multi-Dominio, entro 2 anni. Il programma Replicator è stato varato nel 2023, concepito in due aree separate, ciascuna delle quali ha compiti specifici. E già nell'agosto dell'anno scorso è stato lanciato il Replicator 1, anticipatore del Replicator 2, quest'ultimo più diretto ad affinare le capacità difensive.
I droni
Come spiega Rivista italiana difesa, al centro del progetto ci sono sicuramente i droni, ma sono incluse anche altre armi a lungo raggio e a basso costo proprio perché destinate ad essere utilizzate in grande numero. Del resto si vede cosa sta succedendo in Ucraina dove anche i russi sono in grado di lanciare attacchi massicci fino a 200 droni che mettono in grande affanno lo scudo difensivo di Kiev.
E pure l'Iran ha dimostrato di poter sparare fino a 200 missili per volta contro Israele. Il programma include dunque sistemi aerei, marittimi e altri destinati all’US Army e probabilmente anche all'export verso i Paesi della Nato. Più di tanto oggi non si riesce a sapere per ovvi motivi di segretezza.
Ghost X e C-100
La guerra e i sistemi di difesa si affidano sempre più quindi ad armamenti che servono anche per risparmiare vite umane. Il progetto Replicator, sempre secondo Rivista italiana difesa, prevede, tra le altre cose, l'impiego di droni Ghost X e C-100 di Performance Drone Works destinati alle compagnie di fanteria che anche nel conflitto ucraino si affidano più che agli assalti agli armamenti a distanza. I piccoli velivoli di questo tipo hanno un'autonomia di poco superiore ai 70 minuti e un raggio d’azione di circa 10 – 305 km e possono portare sensori e armi sganciabili. Il Performance Drone Works è definito un quadricottero, mentre il Ghost X è un mini elicottero dotato di rotore bipala e con due grosse batterie intercambiabili applicate ai due lati. L'industria americana è fortemente mobilitata su questa linea.
Sistemi ‘unmanned’ per difendere Taiwan
Già 500 gruppi hanno proposto sistemi hardware e software da applicare al progetto e il Pentagono ha concluso già 40 accordi. Nello scenario dei killer volanti il Pentagono inoltre è pronto a schierare migliaia di sistemi unmanned (senza pilota) per rafforzare la deterrenza contro la Cina nel teatro indo -pacifico. Sempre nell'ambito del progetto Repsenz apuilicator, si tratta di droni aerei, marini e subacquei che possono essere persi in grandi quantità in combattimento perché poco costosi. In un ipotetico scenario di difesa su Taiwan dovrebbero servire a fermare una prima forza d'urto cinese in attesa dell'arrivo di sottomarini americani. Tutti scenari teorici ma che la strategia militare deve valutare come se fossero reali. Già la dottrina del primo governo Trump aveva preso in considerazione uno scudo del genere contro la Cina e il presidente Biden ha continuato su questa linea. La rapida e continua evoluzione della tecnologia legata ai droni richiede una risposta agile e sempre più adattabile alle esigenze sul campo. Replicator 2 è visto come il progetto in costante evoluzione soprattutto sulle capacità di difesa.