Tel Aviv, 25 novembre 2023 – Secondo giorno di tregua a Gaza per consentire lo scambio di prigionieri. Nel pomeriggio avrebbe dovuto aver luogo il rilascio di 13 ostaggi (dopo i 24 di ieri) ma Hamas aveva ritardato le operazioni, accusando Israele di non rispettare i termini dell’accordo. Una giornata caratterizzata da uno scambio di accuse reciproche fino alla svolta finale. Prima di mezzanotte l’Idf conferma: gli ostaggi sono stati liberati e sono rientrati in territorio israeliano. Si tratta in tutto di 17 persone, 4 sono thailandesi. Israele ha anche confermato la liberazione di 39 detenuti palestinesi.
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Le forze di sicurezza israeliane hanno dichiarato che il secondo gruppo di ostaggi liberati dalla Striscia di Gaza è tornato in Israele. L’annuncio congiunto dell’esercito israeliano e del servizio di sicurezza Shin Bet è arrivato dopo che l’ufficio del primo ministro ha dichiarato in un comunicato che il governo “abbraccia i 17 ostaggi che stanno tornando a casa, 13 nostri cittadini e 4 cittadini thailandesi”.
Tredici ostaggi israeliani e alcuni stranieri, forse thailandesi, sono arrivati a Rafah. Lo si apprende da fonti sul posto. Verranno ora trasferiti al valico israeliano di Karen Salem grazie alla Croce Rossa e accompagnati dalla sicurezza egiziana per essere trasportati in aereo a una base israeliana. Da lì saranno poi trasferiti in un locale ospedale.
Il portavoce militare israeliano ha confermato il rilascio di un gruppo di ostaggi da parte di Hamas. "Sulla base delle informazioni ricevute dalla Croce Rossa, gli ostaggi sono attualmente in viaggio verso il valico di Rafah nella Striscia di Gaza", ha annunciato.
Hamas ha consegnato 13 ostaggi israeliani e quattro di nazionalità straniera alla Croce Rossa Internazionale: lo scrive il sito di Haaretz.
Il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, afferma che ci sono “progressi significativi” negli sforzi per liberare gli ostaggi dalla Striscia di Gaza stasera. “Lo sforzo di restituire gli ostaggi è il nostro dovere morale ed etico. Siamo determinati a raggiungere questo obiettivo in ogni modo”, dice Hagari in una conferenza stampa serale. “Lo sforzo stasera sta progredendo e informeremo le famiglie e il pubblico quando ciò accadrà. E’ necessaria pazienza.” “Ci sono progressi significativi”. Hagari afferma che “niente è definitivo finché non accade realmente”, poiché Israele sta negoziando indirettamente con un “gruppo terroristico malvagio”. “Restituiremo gli ostaggi in qualsiasi modo, attraverso l’accordo, o durante le prossime fasi della guerra”, dice in risposta a una domanda. “Se l’accordo non verrà rispettato, torneremo a combattere”.
Un convoglio composto da ambulanze egiziane e da un autobus è diretto verso la consegna degli ostaggi da parte della Croce Rossa. Lo hanno indicato testimoni oculari alla CNN. Il convoglio si sta dirigendo verso il valico di frontiera di Rafah.
Sia Hamas che Israele hanno confermato che stanotte avverrà il rilascio dei nuovi ostaggi israeliani, come aveva riferito in precedenza il Qatar. Lo riferisce la Kan tv israeliana. In precedenza era stato il Qatar a far filtrare la notizia di una liberazione imminente di 20 ostaggi, tra i quali 7 stranieri.
Majed al Ansari, portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, il paese che sta mediando l’accordo tra il gruppo islamista Hamas e Israele, ha detto che dopo “un ritardo” il secondo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi avrà luogo oggi. Ha annunciato il rilascio di 13 ostaggi israeliani, più sette stranieri, e la liberazione di 39 prigionieri palestinesi.
Hanan Al Barghouti, palestinese di 52 anni, sorella del comandante Nael Al Barghouti, un anziano membro di Hamas, è fra i 39 prigionieri al centro del primo scambio con gli ostaggi delle brigate Qassam. "Fronteggiamo con i nostri mezzi quasi artigianali uno degli eserciti più potenti. Questa terra è nostra e noi abbiamo già vinto. Dovranno rilasciare tutti i detenuti", sono state le sue prime parole a poche ore dalla liberazione, in un'intervista all'Ansa.
Una fonte della sicurezza egiziana ha rivelato che ci sono stati contatti ai massimi livelli tra le parti egiziana, israeliana, qatariota e americana per consegnare il secondo gruppo di detenuti, mantenere la tregua e far sì che Israele rispetti i suoi impegni. È interesse dell’Egitto - aggiunge la fonte - consegnare con successo il secondo gruppo di detenuti e non giungere a una rottura della tregua, cosa che consentirebbe a Israele di riprendere i bombardamenti sulla Striscia di Gaza prima della fine dei quattro giorni di tregua concordata.
"Hamas sa che se gli ostaggi non saranno rilasciati entro la mezzanotte, l’esercito riprenderà le operazioni di guerra. E quindi sta cercando di controllare la narrativa". Lo hanno detto funzionari della sicurezza israeliana, citati da Ynet. La radio israeliana Kan ha riferito che il secondo gruppo di ostaggi designati per essere liberati dalla prigionia di Hamas, nell’ambito di un accordo di tregua con Israele, non è ancora stato trasferito ai mediatori della Croce Rossa. I negoziati per lo scambio sono ancora in corso, ha dichiarato l’emittente. Il primo gruppo di ostaggi e prigionieri di entrambe le parti è stato rilasciato ieri in base a un accordo di tregua di quattro giorni. Sabato, diversi funzionari palestinesi hanno accusato Israele di non aver rispettato l’accordo, in particolare i criteri dell’ordine di rilascio dei prigionieri palestinesi. Questa sera, l’ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam, hanno dichiarato che il rilascio del secondo gruppo di ostaggi israeliani sarà rimandato fino a quando Israele non rispetterà l’accordo.
Olivier Rafowic, un portavoce dell'Idf, ha dichiarato a Bfm Tv che "all'ora attuale c'è stato un rinvio della liberazione degli ostaggi". Al momento, i 13 israeliani sarebbero ancora a Gaza. Hamas ha fatto sapere che il ritardo è dovuto alla violazione, da parte di Israele, di alcuni elementi dell'accordo, tra cui "l'aiuto umanitario a Gaza e al nord della Striscia e il rilascio dei prigionieri palestinesi".
Sono cominciate le operazioni per il rilascio alla Croce rossa di 13 israeliani, rapiti principalmente dal kibbutz Beeri. Lo fa sapere Haaretz su fonti dell'Idf.
Il rilascio degli ostaggi, previsto per oggi alle 16 ora locale, sta procedendo con degli intoppi. Secondo Channel 12 News, Israele vorrebbe che Hamas consegnasse 14 persone, mentre i miliziani sarebbero disposti a liberarne solo 13. La disputa sarebbe nata per un ostaggio nello specifico: l'accordo prevede il rilascio prioritario delle madri con i propri figli - se minori di 19 anni - e una delle persone selezionate non rispetterebbe questi requisiti. L'accordo che ha dato inizio alla tregua prevede il rilascio di 3 prigionieri palestinesi per ogni israeliano.
L'Unifil - la forza di pace dell'Onu schierata tra Israele e Libano - ha annunciato su X che una sua pattuglia è stata colpita dall'esercito israeliano mentre non era in corso alcun combattimento. Non si sono registrati feriti, ma un veicolo ha subìto danneggiamenti. L'incidente ha avuto luogo nel sud del Libano.
Sarebbero in corso dei negoziati per prolungare la tregua, che secondo gli attuali accordi dovrebbe terminare lunedì. L'obiettivo sarebbe quello di allungare i tempi per liberare il più alto numero possibile di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. Lo riportano i media egiziani. Il Cairo - che sta facendo da mediatore - starebbe riscontrando un clima costruttivo da entrambe le parti.
Il consigliere del capo dell'ufficio politico di Hamas, Taher al-Nunu, ha dichiarato ad Al Jazeera che "ci sono molte violazioni dell'accordo da parte di Israele", in particolare per quanto riguarda il rilascio dei prigionieri e l'ingresso di camion con aiuti umanitari nella Striscia. "Se Israele non si impegna a fornire aiuti al nord di Gaza, mette a rischio l'intero accordo". Secondo al-Nunu, Tel Aviv avrebbe anche violato il cessate il fuoco, causando la morte di 2 persone. Munir al-Brush, direttore generale del ministero della sanità di Gaza, ha poi dichiarato che le forze israeliane avrebbero sparato contro le squadre mediche che stavano fornendo assistenza durante la tregua.
In base a quanto riportato dal Times of Israel, le procedure per il rilascio del secondo gruppo di ostaggi incominceranno alle ore 16 (le 15 in Italia). Secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbero essere liberati 13 o 14 israeliani.
200 camion che trasportano aiuti umanitari - cibo, acqua, rifugi e forniture mediche - sono entrati nella Striscia di Gaza; 50 di loro si recheranno nella parte settentrionale della regione, dove i residenti riceveranno assistenza per la prima volta dall'inizio del conflitto. L'operazione sta avendo luogo con l'approvazione di Israele, una delle clausole della tregua di questi giorni.
Una delegazione qatariota è giunta da poco all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv: l'atterraggio del jet, partito però da Cipro, era stato descritto come un "evento insolito" dai media israeliani. Un membro della delegazione avrebbe dichiarato ad Haaretz che "parte della squadra è arrivata per una visita progettata per garantire che l'accordo continui a progredire senza intoppi e per discutere maggiori dettagli sull'accordo in corso".
Due cittadini palestinesi sono stati giustiziati dal Battaglione Tulkarem, nell'omonima città in Cisgiordania, con l'accusa di aver collaborato con i servizi segreti israeliani. Uno dei due avrebbe confessato, portando alla cattura e successiva uccisione di altri 4 complici, tra cui un esponente di Fatah e uno di Hamas. I media locali riportano che i cadaveri sarebbero stati esposti in piazza come avvertimento per la popolazione.
Una nave portacontainer appartenente a un imprenditore israeliano è stata colpita da un drone Shahed-136 nelle acque internazionali dell'Oceano Indiano. Si sospetta che il dispositivo fosse iraniano. L'attacco è avvenuto ieri, nella prima giornata di tregua tra Hamas e Israele.
Kitia Thongseng era stata informata il 9 ottobre della morte del suo compagno Wichai Kalpat, cittadino thailandese che lavorava in Israele e che mancava all'appello dopo l'assalto di Hamas del 7 ottobre: lei aveva già pubblicato il necrologio per la morte del fidanzato, ma ieri sera Wichai era tra i 10 thailandesi rilasciati dai terroristi palestinesi, come riferisce Ynet. "Sono così felice. Voglio che recuperi, anche mentalmente, e poi potrà tornare in Thailandia. Posso aspettarlo. Ho aspettato tanto, posso aspettare ancora un po".
Venti secondi di gioia, ripresi dai telefonini, stretti in un abbraccio che non vuole finire: momenti in video della liberazione di Malak Salman, giovane palestinese rilasciata dopo sette anni in un carcere israeliano e tornata a casa grazie all'accordo tra Tel Aviv e Hamas. La donna, ora 23enne, è stata accolta ieri sera dalla madre nella sua abitazione di Beit Safafa, nella parte orientale di Gerusalemme occupata dal 1967. Nel video, durante l'abbraccio, si sentono le grida di felicità. Salman era stata arrestata nel 2016 mentre si stava recando a scuola, con l'accusa di aver tentato di accoltellare un poliziotto israeliano.
'Stanno bene'', le loro ''condizioni di salute sono giudicate buone''. Così i medici israeliani del centro Shamir-Assaf HaRofeh, che si trova nella città israeliana di Beer Yaakov, a sud-est di Tel Aviv. "Un primo esame suggerisce che gli ostaggi liberati sembrano stare bene", ha detto il dottor Osnat Levtzion Korach, direttore generale del centro medico in una dichiarazione video. "Sono molto contenti di essere in un posto sicuro e sono grati per il trattamento e l'attenzione" che stanno ricevendo, ha aggiunto.
E' ''determinato a far risorgere la mia famiglia dal trauma e dal terribile lutto che abbiamo attraversato, per il futuro delle mie bambine e per quello di Doron''. Sono le prime parole di Yoni Asher che ieri, dopo 40 giorni, ha potuto riabbracciare la moglie Doron, 34 anni e cittadinanza tedesca, e le figlie Raz e Aviv, cinque e due anni, rapite lo scorso 7 ottobre da Hamas mentre si trovavano nel kibbutz di Ni-Oz per far visita alla nonna. L'anziana è stata uccisa dai miliziani di Hamas proprio il giorno dell'assalto e del sequestro.
Il servizio penitenziario israeliano ha ricevuto una lista di 42 detenuti palestinesi, donne e minori, da liberare oggi in vista dello scambio con gli ostaggi israeliani trattenuti di Hamas a Gaza. Secondo media internazionali, i rapiti israeliani a essere liberati oggi potrebbero essere 14, sulla base del rapporto di un ostaggio per tre detenuti palestinesi.