Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Noa Argamani, chi è l’ostaggio simbolo del 7 ottobre

Il video della studentessa 25enne sequestrata al festival Supernova, strappata al fidanzato e portata via da alcuni uomini in moto, ha fatto il giro del mondo. Ma resta qualche dubbio su chi l’ha realmente rapita

Tel Aviv, 8 giugno 2024 - Noa Argamani, una degli ostaggi israeliani simbolo del dell'attacco di Hamas il 7 ottobre, è stata liberata da un blitz dell'esercito israeliano e dello Shin Bet assieme ad altri tre, Almog Meir Jan, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv, tutti rapiti al festival musicale Supernova vicino alla comunità meridionale di Reim. L'immagine di Noa, strappata dalle braccia del fidanzato e portata via da un miliziano sul sellino posteriore di una motocicletta, ha fatto il giro del mondo.

Noa Argamani portata via in motocicletta
Noa Argamani portata via in motocicletta

L’abbraccio col padre. L’attesa della madre malata

La 25enne ha potuto finalmente riabbracciare il padre Yaakov (Oggi è il suo compleanno, ndr) sull'autobus che la portava all'ospedale di Tel Hashomer per accertamenti dopo la liberazione. Ma l'attesa più grande è per la madre Liora, malata di un tumore al cervello e che in questi mesi ha sempre espresso il desiderio di vivere abbastanza per riabbracciare la figlia.

Il grande amore con Avinatan Or

Noa è nata in Israele il 12 ottobre 1997 ed è figlia unica. La madre Liora è originaria di Wuhan e il nome in cinese è Li Chunhong. Noa è una studentessa della Ben Gurion University del Neghev a Be'er Sheva. Lì ha incontrato due anni fa il suo ragazzo Avinatan Or di 30 anni, ingegnere elettrico laureato proprio alla Ben-Gurion University. Noa aveva già in programma di andare a vivere con lui a Tel Aviv.

Avinatan Or, il fidanzato di Noa Argamani, bloccato dai miliziani mentre lei viene portata via
Avinatan Or, il fidanzato di Noa Argamani, bloccato dai miliziani mentre lei viene portata via

Rapiti al festival Supernova

Entrambi erano andati al festival Supernova nel deserto del Neghev occidentale, quando ci fu l'incursione dei miliziani di Hamas. I due, si apprende da The Times of Israel, rimasero nascosti diverse ore tentando di chiamare i soccorsi. Riuscirono a condividere la loro posizione col cellulare ed a informare gli amici e famigliari dell'attacco in corso. Il padre di Noa cercò subito di contattarli, ma senza riuscirci. Poi qualche ora dopo fu Avinatan a chiamarlo dicendo che stavano bene e che lo avrebbe richiamato 10 minuti più tardi, ma quella chiamata non arrivò.

Il video simbolo: Noa portata via sulla motocicletta

Nello stesso giorno apparve il video su Telegram con Noa caricata a forza su una moto e portata via mentre gridava spaventata: "Non uccidermi! No, no, no" tendendo le braccia protese verso il compagno bloccato da tre terroristi. Il governo israeliano aveva condannato il video come propaganda e guerra psicologica.

I dubbi sui rapitori

Ma visionando il video alcuni ufficiali israeliani misero in dubbio che la studentessa fosse stata rapita da Hamas, sottolineando che gli assalitori non indossavano uniformi ufficiali e sembravano più civili palestinesi di Gaza, inoltre Noa è stata sequestrata diverse ore dopo l'assalto dei miliziani.

La liberazione con un blitz

Alla fine di maggio le Brigate Qassam, ala militare di Hamas, avevano pubblicato un video nel quale si sentiva chiaramente la voce di Noa. La famiglia della ragazza chiese che il video non fosse diffuso in Israele. Fino ad oggi quando l'Idf con un blitz nel centro della Striscia di Gaza ha liberato la studentessa assieme ad altri tre prigionieri. L'operazione è stata condotta dalle forze speciali israeliane simultaneamente contro due siti a Nuseirat, eliminando una quindicina di miliziani. In uno è stata trovata Noa Argamani, mentre gli altri tre ostaggi sono stati trovati nel secondo nascondiglio.

Strage di civili col fuoco di copertura israeliano per i blitz

Sarebbero almeno 150 civili i palestinesi uccisi, e decine feriti, durante i raid aerei israeliani nel campo di Nuseirat, ed altre aeree della Striscia, per garantire il fuoco di copertura agli uomini dell'Idf impegnarti a liberare i 4 ostaggi israeliani. Secondo fonti mediche dell'Al-Aqsa Hospital di Deir Al-Balah ci sarebbero anche molti bambini tra le vittime. Alcuni testimoni hanno riferito che l'Idf ha attaccato con grande potenza di fuoco per la liberazione dei quattro ostaggi.