Sabato 24 Agosto 2024
FEDERICO MAGNI
Esteri

Scompare nel tentativo di recuperare il corpo dell'amico: il triste destino della cordata russa sul Gasherbrum IV

Nilov aveva promesso di tornare in vetta a recuperare la salma di Golovchenko. Un anno dopo torna in Pakistan ma crolla un seracco e lui scompare nel nulla. Salvi i due compagni di scalata

Una scalata di Denis Urubko. L'alpinista all’arrivo sul Gasherbrum 2

Una scalata sul Gasherbrum in Pakistan (foto d'archivio)

Islamabad, 23 agosto 2024 – È come se la montagna li avesse voluti prendere, per sempre insieme. Il Gasherburm IV, in Pakistan, era l’ultima cima che gli alpinisti russi Dmitry Golovchenko e Sergey Nilov avevano tentato di scalare nel 2023, dopo una lunga serie di “prime“ sulle montagne più alte del mondo. Avevano conquistando anche il ‘Piolet d’Or’ nel 2013, l'oscar delle imprese alpinistiche.

Ma la montagna di 7.925, che che per la prima volta fu scalata nel 1958 dalla cordata formata da Walter Bonatti e Carlo Mauri, lungo una via che non è mai più stata ripetuta, è una delle vette più belle, più difficili e per questo meno tentate fra i giganti del Karakorum.

La cordata russa

La cordata russa ci aveva provato l’anno scorso, lungo l’inviolata cresta Sud Est. Erano saliti molto in alto. Ma una caduta a 7.684 metri era stata fatale per Golovchenko. Nilov, che in quel momento era più in alto, era riuscito a scendere da solo e raggiungere il corpo del compagno, l’aveva avvolto in una tenda e, non potendolo spostare, era sceso lungo la cresta. Una ritirata pericolosa, in solitaria, nel tentativo di sopravvivere. Ce l’aveva fatta, con la promessa di ritornare a cercare il corpo dell’amico.

La nuova spedizione russa

Quest’anno dalla Russia era partita una nuova spedizione per ritrovare il corpo di Golovchenko e consegnarlo così alla sua famiglia. Sergei Nilov, Mikhail Mironov, Alexey Bautin, Sergei Mironov ed Evgeni Lablokov erano sulla montagna per cercare il corpo, ma il destino e il Gasherbrum IV hanno voluto diversamente: il tentativo di recupero si è concluso con una seconda tragedia.

Secondo il Club alpino pakistano, un seracco è crollato sulla squadra a circa 6.400 metri, mentre si muoveva verso l’alto attraverso una pericolosa cascata di ghiaccio che portava alla cresta. Al momento Sergei Nilov risulta disperso ma ritenuto morto, poiché i suoi compagni affermano che è stato sepolto sotto il seracco. Altri alpinisti sono feriti e non sono più in grado di scendere da soli e hanno bisogno di soccorso.

Localizzati i tre alpinisti scomparsi

"Non possono scendere da soli perché uno è gravemente ferito e hanno solo una piccozza per entrambi”, ha detto a ExplorersWeb Irina Morozova della Federazione Russa di Alpinismo. “Gli elicotteri cercheranno di condurre un altro tentativo di salvataggio per localizzare i tre alpinisti scomparsi, tra cui Sergey Nilov”, ha detto Irina Mozorov. Alla fine i soccorritori hanno raggiunto Mikhail e Sergei Mironov riuscendo ad accompagnarli fino all’Advanced Base Camp. Niente da fare per Nilov.