Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Niger, manifestanti in piazza con le bandiere russe. Nuove tensioni per la Giornata dell’Indipendenza

Evacuate parzialmente le ambasciate di Usa Gran Bretagna. Centinaia di manifestanti a favore del golpe militare sono scesi in piazza. Intanto Biden ha chiesto il rilascio del presidente deposto

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno ordinato l’evacuazione parziale delle loro ambasciate in Niger dopo il colpo di Stato militare che ha colpito il Paese. 

Cittadini europei in partenza dal Niger
Cittadini europei in partenza dal Niger

Iniziative prese in vista della Giornata dell’Indipendenza dalla Francia che si celebra oggi, 3 agosto. Sono migliaia i manifestanti in favore del regime militare golpista che si sono riuniti a Niamey. Migliaia di persone in piazza e cori anti-francesi e pro-Putin a Niamey, la capitale del Niger, a sostegno del colpo di Stato che ha rovesciato il presidente eletto Mohamed Bazoum. I manifestanti hanno risposto all'appello dell'M62, una coalizione di organizzazioni nazionalista che raccoglie una ventina di organizzazioni della società civile, e sono scesi in strada nel giorno del 63 anniversario dell'indipendenza del paese africano dalla Francia: "Abbasso la Francia", "Viva la Russia, viva Putin", sono i cori scanditi dai filo-golpisti. La Francia, che schiera in Niger circa 1.500 soldati in funzione anti-jihadista, ha concluso intanto le operazione di evacuazione di connazionali e stranieri.

Già domenica scorsa durante la violenta protesta all'Ambasciata francese di Niamey la folla aveva scandito slogan pro-Putin, strappato la targa dell'edificio e cercato di dare alle fiamme il tricolore.

Le decisioni della Gran Bretagna

Il Regno Unito, ultimo in ordine di tempo, ha infatti annunciato che sta riducendo, ''per motivi di sicurezza'', il personale della propria ambasciata a Niamey dopo il colpo di Stato della scorsa settimana. L'annuncio del Foreign Office segue quello del Segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha confermato la riduzione dello staff non essenziale dell'ambasciata degli Stati Uniti in Niger.

"C'è stato un colpo di stato militare in Niger, che ha portato a proteste e disordini", si legge in una nota del Foreign Office. In vista di un'ulteriore manifestazione a favore della giunta militare in programma per celebrare la Giornata dell'Indipendenza del Niger, il ministero degli Esteri britannico ha affermato che ''le proteste possono essere violente e la situazione potrebbe cambiare rapidamente senza preavviso".

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Gli Stati Uniti evacuano l’ambasciata

Anche gli Stati Uniti hanno infatti dato ordine di evacuare parte dello staff della propria ambasciata in Niger a seguito del colpo di Stato militare. A darne l'annuncio è stato il Segretario di Stato americano Antony Blinken spiegando che ''abbiamo ordinato la partenza temporanea del personale non di emergenza e dei loro familiari dal Niger''. Blinken ha quindi ribadito che ''gli Stati Uniti restano impegnati nella nostra relazione con il popolo del Niger''. Ed è per questo che ''l'ambasciata resta aperta e i nostri leader sono impegnati diplomaticamente ai livelli più alti'', ha aggiunto in un post su Twitter. Il una nota diffusa dal Dipartimento di Stato americano si legge che Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il presidente nigerino destituito Mohamed Bazoum, al quale ha garantito che ''gli Stati Uniti restano impegnati nel ripristino del governo democraticamente eletto'' del Paese africano.

La giornata dell’Indipendenza dalla Francia

La tensione sta salendo in particolare in vista delle celebrazioni della Giornata dell’Indipendenza dal Niger dalla Francia che cade oggi, 3 agosto. Durante la giornata sono previste manifestazioni dei sostenitori della giunta militare che potrebbero prendere di mira le sedi diplomatiche occidentali, come già avvenuto nei giorni scorsi con l’assalto all’ambasciata francese.

Le richieste della Francia

Il ministero degli esteri francese prevede manifestazioni nella capitale nigerina, Niamey, che potrebbero mettere a rischio il personale della propria Ambasciata. Un comunicato del ministero degli Esteri precisa infatti di aver chiesto al Niger tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza delle sedi diplomatiche "nel momento in cui sono stati lanciati diversi appelli a manifestare per il 3 agosto". L'Ambasciata francese a Niamey era già finita nel mirino delle proteste anti-occidentali domenica. I tentativi di forzare l'ingresso e penetrare nell'edificio hanno spinto Parigi ad evacuare i propri cittadini.

Con il quarto volo di evacuazione messo a disposizione dall'Eliseo salgono a 560 i cittadini francesi che sono stati rimpatriati dal Niger dopo il golpe. Lo rende noto il ministero degli Esteri di Parigi sul proprio account di Twitter, spiegando che sugli aerei francesi hanno volato in totale 992 persone. Con un quinto volo si sono poi concluse le operazioni di evacuazione dal Niger messe in campo dalla Francia. Lo rende noto il ministero delle Forze Armate di Parigi. Le persone rimpatriate, tra francesi e stranieri, sono 1.079.

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Anche il Giappone riporta a casa i sui cittadini

Intanto anche il Giappone riporta a casa i suoi cittadini in Niger. Tutti e 10 i cittadini giapponesi che volevano essere rimpatriati sono stati evacuati a bordo degli aerei inviati dal governo francese a Niamey: lo ha detto oggi il capo della segreteria del gabinetto giapponese, Hirokazu Matsuno. "L'evacuazione di tutti i 10 cittadini giapponesi che hanno espresso il desiderio di lasciare il Paese è stata intrapresa", ha detto Matsuno in una conferenza stampa, notando che otto di loro sono arrivati in Francia nelle prime ore di oggi, mentre altri due sono stati evacuati prima.

Tajiani: “L’Italia resta in Niger”

Il Niger è un importante snodo per l`immigrazione e ieri sono state riaperte le frontiere con i Paesi vicini, con l'eventuale rischio di un aumento dei flussi. "Può succedere di tutto", ha commentato il ministro degli esteri Antonio Tajani in un'intervista a Repubblica. "Uno dei corridoi più importanti dell’immigrazione verso Nord, ovvero verso la Libia, passa proprio dalla regione di Agadez. È una regione attraversata da trafficanti di droga, trafficanti di esseri umani e di armi. Anche per questo vogliamo essere presenti" nella regione del Sahel, ha aggiunto Tajani, secondo il quale l`Italia non intende modificare la sua presenza in Niger dopo il golpe militare. "L`Italia non è nel mirino", ha assicurato. L’Italia ha già riportato a casa con un volo speciale parte dei suoi cittadini in Niger.

Interventi militari

L'intervento militare in Niger è "l'ultima opzione sul tavolo" per ripristinare il presidente Mohamed Bazoum, rovesciato da un colpo di Stato una settimana fa. Lo ha dichiarato un funzionario dell'Ecowas, il blocco economico dei Paesi dell'Africa occidentale, i cui leader hanno minacciato di usare "la forza" per riportare l'ordine a Niamey.

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"L'opzione militare è l'ultima sul tavolo, l'ultima risorsa, ma dobbiamo essere preparati a questa eventualità", ha detto il commissario per gli Affari politici e la sicurezza della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas), Abdel-Fatau Musah, che ha parlato in apertura di una riunione dei capi di stato maggiore del blocco ad Abuja, in Nigeria.

Il generale Tchiani: “Gli stranieri non corrono pericolo”

"Illegali, ingiuste e disumane": così il generale Abdourahamane Tchiani ha definito le sanzioni che l'Organizzazione economica degli Stati dell'Africa occidentale (Cedeao / Ecowas) hanno imposto al Niger subito dopo il colpo di Stato del 26 luglio scorso. In un discorso alla televisione, il generale che guida la giunta ha chiarito che tali misure non serviranno a convincere i militari a ripristinare il governo del presidente Mohamed Bazoum nella nazione ricca di uranio. Infine il generale ha rassicurato gli stranieri sostenendo che nel Paese "non corrono alcun rischio".