Tel Aviv, 22 novembre 2024 – Il giorno dopo la decisione della Corte penale internazionale, a tenere banco sul fronte medio-orientale è ancora la notizia del mandato di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, accusato con l’ex ministro della Difesa Gallant di “crimini di guerra”. Contrari gli Stati Uniti di Joe Biden che ha pronunciato parole dure: “L’ordine di arresto è vergognoso. Non c'è alcuna equivalenza, nessuna, tra Israele e Hamas”.
Anche L’Unione europea non è compatta. Il presidente di turno del Consiglio Ue Victor Orban, premier dell’Ungheria sfida la CPI: “Inviterò (il premier israeliano) a venire in Ungheria, dove posso garantirgli che la decisione della Corte non avrà alcun effetto”. In Italia reazioni diverse all’interno della stessa maggioranza. Per Salvini “i criminali sono altri” e “Netanyahu è il benvenuto in Italia”. Più cauto Tajani: “Sosteniamo la Corte ma valuteremo con gli alleati".
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Il Regno Unito "rispetterà i suoi obblighi legali" per quel che riguarda i mandati d'arresto emessi dalla Cpi contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, ha fatto sapere Downing Street.
Un "violento raid" israeliano sarebbe in corso nella zona di Shiyah, nella periferia sud di Beirut, roccaforte degli Hezbollah libanesi. L'Agenzia nazionale di stampa libanese ha riferito che l'attacco è iniziato poco dopo l'appello ad evacuare da parte dell'esercito israeliano.
Un alto funzionario Ue ha commentato l'invito di Viktor Orban a Benjamin Netanyahu: se il premier israeliano arrivasse davvero sul suo suolo e non fosse arrestato, Orban "violerebbe i suoi obblighi legali internazionali e la posizione dell'Ue sulla Corte penale internazionale".
Il Ministero della Sanità della Striscia di Gaza ha lanciato l'allarme: "Tutti gli ospedali rischiano di ridurre o cessare completamente le loro attività entro 48 ore a causa dell'esaurimento del carburante necessario per il funzionamento delle strutture".
Quattro militari italiani della missione Unifil sono rimasti feriti dopo che la base nel sud del Libano dove si trovavano è stata colpita. I quattro, secondo quanto si apprende da fonti di governo, non sarebbero in pericolo di vita. Sono in corso le indagini per stabilire la dinamica di quanto accaduto. Qui gli aggiornamenti
"No comment" della Santa Sede sulla notizia del mandato di arresto per Netanyahu. Lo dice il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di un evento alla Lumsa. "Abbiamo preso nota di quanto avvenuto - ha aggiunto - ma quello che a noi interessa è che si ponga fine alla guerra". In merito all'invito di Papa Francesco di indagare se a Gaza sia in corso un genocidio, Parolin ha voluto precisare che la posizione del Vaticano sull'antisemismo è chiara. "Llo abbiamo sempre condannato e continueremo a condannarlo".
"Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine dell'assemblea Anci. Salvini mette le mani avanti: "Non entro nel merito delle dinamiche internazionali", ma "Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l'incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni. Adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medio Oriente mi sembra irrispettoso, pericoloso perché Israele non difende solo se stesso ma difende anche le libertà le democrazie e i valori occidentali. Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranze in alcuni istituzioni internazionali".
Il capo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, il generale Hossein Salami, ha definito il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Gallant come la "fine e la morte politica" di Israele. "Questo significa la fine e la morte politica del regime sionista, un regime che oggi vive in un assoluto isolamento politico nel mondo e i suoi funzionari non possono più viaggiare in altri Paesi", ha detto Salami in un discorso trasmesso dalla TV di Stato.
La Cina sollecita la Corte penale internazionale (Cpi) ad adottare e perseguire "una posizione oggettiva" dopo il mandato di arresto emesso contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. È quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian.
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha annunciato di voler invitare l'omologo israeliano Benjamin Netanyahu a visitare l'Ungheria, dicendo che avrebbe garantito che il mandato di arresto della Corte penale internazionale contro Netanyahu "non sarebbe stato rispettato". Orban, il cui paese detiene la presidenza semestrale a rotazione dell'Unione europea, ha dichiarato alla radio di stato che il mandato di arresto della Cpi è "sbagliato" e ha aggiunto che il leader israeliano sarebbe stato in grado di condurre i negoziati in Ungheria "in adeguata sicurezza".
"Il rilascio dei mandati di arresto da parte della Corte penale internazionale contro i leader israeliani è vergognoso". L'ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, commentando l'ordine d'arresto internazionale per crimini di guerra emesso a carico del premier israeliano Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro della difesa Yoav Gallant, mandato via dallo stesso Netanyahu. La Corte ha incluso anche il capo militare di Hamas, Deif, che Israele ritiene di aver ucciso. "Voglio essere chiaro ancora una volta", ha aggiunto Biden, "qualunque cosa possa intendere la Corte, non c'è alcuna equivalenza, nessuna, tra Israele e Hamas. Staremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza".
L'esercito israeliano ha "eliminato" cinque militanti di Hamas in un raid notturno a Beit Lahia, nel nord di Gaza. Lo dicono Idf e l'agenzia di sicurezza Shin Bet. Tra loro due comandanti accusati di aver preso parte al massacro del 7 ottobre.
L'Idf rende noto che una salva di cinque razzi è stata sparata dal Libano, facendo scattare le sirene nell'area di Haifa. L'esercito israeliano afferma di aver intercettato diversi razzi. Al momento non ci sono segnalazioni immediate di feriti o danni.
Nuovi raid questa mattina hanno colpito la periferia sud di Beirut, roccaforte degli Hezbollah libanesi, poco dopo la richiesta da parte di Israele di evacuare la zona, secondo le immagini di Afptv. Oltre alla periferia di Beirut, l'esercito israeliano ha chiesto nella notte di evacuare diverse zone del sud del Libano.