Martedì 12 Novembre 2024

Netanyahu operato d’ernia, le redini di Israele vanno al ministro Levin. Bombe sull’ospedale Al-Aqsa a Gaza: 4 morti e 17 feriti

Scatta una quattro giorni di proteste a Gerusalemme contro il premier. Raid sul cortile dell’ospedale di Deir al Balah, nella Striscia. Idf: “Ucciso un capo di Hezbollah nel sud del Libano”. Hamas: “Non abbiamo ancora deciso se mandare delegazione per i negoziati”

Tel Aviv, 31 marzo 2024 – Benjamin Netanyahu lascia temporaneamente le redini di Israele per un problema di salute. Il premier israeliano, 74 anni, è stato operato di ernia. Lo ha reso noto il suo ufficio stampa. 

E’ stata necessaria un’anestesia generale, fa sapere il suo staff, nel frattempo il ministro della Giustizia Yariv Levin assumerà la carica di capo del governo ad interim, che dovrebbe durare giusto il tempo dell’intervento. 

Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele (Ansa)
Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele (Ansa)

L’ernia è stata diagnosticata durante un controllo di routine effettuato nella giornata di ieri. Nello scorso mese di luglio, Netanyahu era stato operato al cuore dopo un malore, per l’impianto di un pacemaker. Il ricovero cade in un momento critico per il Paese, impegnato nella sanguinosa guerra a Gaza. Proprio stasera inizierà una quattro giorni di proteste contro il governo di Bibi a Gerusalemme. Agli oppositori del premier si uniranno per la prima volta le famiglie degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre: il fronte dei manifestanti chiede un accordo per il rilascio dei prigionieri e la convocazione di nuove elezioni politiche. 

Intanto non si fermano i raid nella Striscia. Un aereo dell'aeronautica israeliana ha bombardato oggi il cortile dell'ospedale dei Martiri di al Aqsa nella città di Deir al Balah, il più importante della zona centrale di Gaza. Ci sarebbero diverse vittime. “Martiri e feriti” tra sfollati e giornalisti, che avevano trovato rifugio nelle tende fuori dalla struttura, denuncia Hamas. Secondo l’esercito di Tel Aviv l’obiettivo dell’attacco era “un comando operativo” della Jihad. L’ospedale “non è stato danneggiato ed è operativo”.  Un attacco che ha ucciso quattro persone e ne ha ferite altre 17. Lo ha affermato il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in un post su X.

Morto comandante Hezbollah

Israele ha anche reso noto di aver eliminato un esponente di spicco della forza d'élite di Hezbollah, Radwan, in un attacco di droni a Kounine, nel sud del Libano. La vittima del raid è Ismail Ali al-Zin, che secondo l'Idf era un comandante dell'unità missilistica anticarro. L'Idf ha descritto al-Zin come un esperto "di missili anticarro che è stato responsabile di dozzine di attacchi contro civili e forze di sicurezza israeliane".

Le trattative per la tregua

Nuova frenata sul fronte diplomatico. Hamas non ha ancora deciso se inviare una delegazione per la ripresa dei colloqui su un cessate il fuoco a Gaza. Lo ha detto un responsabile dell'organizzazione palestinese, smentendo così le informazioni circolate ieri sulla ripresa del negoziato in Egitto già oggi.  Le posizioni sono ancora "troppo distanti" perché si possa avanzare nella mediazione. 

Netanyahu: “Non c’è vittoria senza entrare a Rafah”

"Elimineremo le brigate di Hamas a Rafah. Non c'è vittoria senza entrare a Rafah, e non c'è vittoria senza eliminare le brigate di Hamas". Ad affermarlo, secondo quanto riferisce 'Channel 12', è il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu nel corso di una conferenza stampa a Gerusalemme prima di essere sottoposto a un intervento chirurgico all'ernia.

Migliaia in piazza contro Netanyahu

Decine di migliaia di persone in tutto Israele sono scese in piazza per protestare contro il governo e chiedere la rimozione di Benjamin Netanyahu e le elezioni anticipate. I manifestanti, che sabato hanno protestato a Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa, Be'er Sheva, Cesarea e in altre città - e oggi in una manifestazione davanti alla Knesset a Gerusalemme - chiedono il rilascio degli ostaggi ancora tenuti prigionieri a Gaza dopo quasi sei mesi dall'inizio della guerra e hanno definito Netanyahu come un "ostacolo all'accordo", promettendo di continuare con la protesta finché non lascerà il potere.