Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Perché a Netanyahu potrebbe convenire un'invasione di terra in Libano

Secondo quanto rivela il Washington Post, da quasi 10 anni esiste un piano segreto per l’invasione, non attuato a causa di alcuni ostacoli che oggi non ci sarebbero

Roma, 25 settembre 2024 – Nel terzo giorno di bombardamenti in Libano, mentre si infittiscono gli appelli alla de-escalation e gli inviti dei governi ai propri cittadini in Libano a lasciare subito il Paese, c’è un’ipotesi che inizia a delinearsi con sempre maggiore chiarezza. Inizialmente ritenuta troppo ardita, adesso ci sarebbero le prime conferme per una possibile operazione di terra da parte dell’Idf. Lo riferisce l'emittente pubblica israeliana Kan, aggiungendo che il ministro della Difesa Yoav Gallant ha incontrato i soldati che si stanno addestrando per questo scenario.

 

Un soldato israeliano
Un soldato israeliano

Piano per invasione c’è da 10 anni

Un’operazione di terra che, come emerge adesso, in molti negli apparati di sicurezza chiedono da tempo di attuare, secondo un piano messo a punto da quasi 10 anni. Lo rivela il Washington Post citando ex ufficiali e analisti. "Un conflitto su vasta scala appare come sempre più inevitabile, mano a mano che passano i mesi dal 7 ottobre dello scorso anno. Con Hamas messo alle strette a Gaza, il piano di Israele inizia a essere attuato", scrive il quotidiano americano. Dopo due giorni di bombardamenti senza sosta, Israele avrebbe dunque una finestra di opportunità pera attuare un piano messo a punto e rivisto dai militari per anni. “Ogni volta che arrivavamo vicino alla messa in campo, c'erano vincoli. Ora invece tutto torna. La domanda è cosa viene dopo?", ha spiegato Miri Eisin, ex funzionaria dell'intelligence militare, al corrente con gli sviluppi.

I raid rientrano negli scenari di guerra

I circa 1.500 obiettivi colpiti nei raid israeliani degli ultimi giorni in Libano rientrano nei dettagliati scenari di guerra pianificati meticolosamente nel tempo, aggiunge Eisin. "Hamas lo scorso sette ottobre ha fatto quello che tutti si aspettavano da Hezbollah", ha sottolineato. L'inizio dell'attuazione dei piani è iniziata pochi giorni dopo il 7 ottobre, ha precisato. Allora, è stato il premier Benjamin Netanyahu a fare marcia indietro, nel timore di una sovraestensione dell'Idf. 

I vantaggi dell’invasione per Netanyahu

Netanyahu non era favorevole a un confronto totale con Hezbollah, nel timore di dover combattere su due fronti e di finire impantanato in un'altra guerra costosa e inconclusiva in Libano. Rischi che rimangono anche adesso, ma agire ora offre vantaggi politici: al premier più tempo per ricostruire la sua reputazione danneggiata, ritardare una possibile commissione di inchiesta sul dopo 7 ottobre, e distogliere l'attenzione del pubblico dalla logorante guerra a Gaza e dalle condizioni degli ostaggi rimasti nella Striscia.

Nuova fase nel conflitto

Israele ritiene inoltre che Hezbollah e l'Iran che lo sostiene non abbiano desiderio di una guerra a tutto campo, aggiunge Yossi Kuperwasser, ex direttore del centro di ricerca delle Forze di difesa israeliane. "Siamo stati i primi a escalare e questo è andato a nostro vantaggio. Siamo entrati in una nuova fase, violando le regole", ha aggiunto riferendosi alla routine delle schermaglie al confine fra Israele e Libano in atto dallo scorso 7 ottobre.

La svolta

Le cose hanno assunto un nuovo ritmo a fine luglio, con l'assassinio, da parte di Israele, di Fuad Shukr, operazione che ha fatto scattare, come dice Eisin, il countdown per la guerra. Gli attacchi ai pager e ai walkie-talkie ha accelerato il passo. Israele non è desiderosa di iniziare una invasione di terra e preferirebbe una soluzione diplomatica, ha dichiarato ieri l'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon. "Mentre parliamo ci sono forze importanti che cercano di presentare idee e siamo aperti a questo processo", ha spiegato. Parole che rischiano di restare una scatola vuota.

Proprio oggi il capo del Northern Command, il maggiore generale Uri Gordin, ha sottolineato che lo scontro con Hezbollah è entrato in una "fase diversa" e che l'Idf deve essere preparata per una "manovra" di terra: "L'operazione è iniziata con un attacco molto significativo alle capacità di Hezbollah", ha detto Gordin. "Alla luce di ciò, dobbiamo cambiare la situazione della sicurezza. Dobbiamo essere molto ben preparati per una manovra e un'azione", si legge su Haaretz.