Giovedì 18 Luglio 2024

Thailandia, salvò 13 ragazzi bloccati in grotta. Infezione letale per Navy Seal

Un soccorritore thailandese ha contratto la malattia 17 mesi fa durante le operazioni di salvataggio dei giovani calciatori in trappola a Tham Luang

Il Navy Seal thailandese Beiret Bureerak morto

Il Navy Seal thailandese Beiret Bureerak morto

Bangkok, 28 dicembre 2019 - I ragazzi che un anno e mezzo fa rimasero bloccati per 18 giorni in una grotta della Thailandia stanno tutti bene. Del gruppo dei soccorritori, che organizzarono una catena per fornire loro cibo, acqua e l’attrezzatura che permise di riportarli all’aperto, due sono morti per le conseguenze di quell’impresa. 

Il primo, il sommozzatore Saman Kuman, perse la vita già nel luglio del 2018, mentre era impegnato a tirare fuori la squadra di dodici giovani calciatori e l’allenatore, intrappolati dall’acqua dentro la grotta di Tham Luang. Il secondo, il Navy Seal thailandese Beiret Bureerak, è morto ieri in seguito a un’infezione del sangue contratta durante l’operazione di salvataggio. 

Il comando dei Navy Seals thailandesi ha fatto sapere che Bureerak aveva ricevuto le cure necessarie, ma a un anno e mezzo di distanza dall’insorgere dell’infezione le sue condizioni di salute sono peggiorate fino all’esito fatale.

La vicenda della squadra di calcio dei Wild Boars (i cinghiali) aveva fatto il giro del mondo. Nel giugno del 2018 la notizia della loro scomparsa e delle ricerche per ritrovarli era finita su tutti i media. Fin dall’inizio l’attenzione si era concentrata sulla grotta di Tham Luang, dove l’allenatore aveva portato i giocatori per rinforzare lo spirito di squadra. Ma dopo dieci giorni di ricerche senza esito, le speranze di ritrovare i ragazzini vivi erano ridotte al lumicino. Finché un Navy Seal della squadra dei soccorritori li aveva trovati in una grotta sigillata dal livello dell’acqua che si era alzata. Per dieci giorni i Cinghiali e il loro allenatore avevano resistito bevendo l’acqua che colava dalla roccia e facendosi coraggio a vicenda. 

I bambini della grotta in Thailandia nella loro prima uscita dall'ospedale
I bambini della grotta in Thailandia nella loro prima uscita dall'ospedale

Le operazioni per liberarli furono lunghe e laboriose. Dal primo luglio, quando furono individuati, servirono altri nove giorni per riportare tutti alla luce. Saman Kuman, uno dei sommozzatori, morì proprio durante le operazioni di recupero.

Se il mondo, che rimase due settimane con il fiato sospeso per la sorte dei ragazzini, apprezzò il lieto fine, per due degli eroi che rischiarono la vita le cose sono andate decisamente peggio.

Già un anno e mezzo fa ci furono polemiche sul modo in cui le autorità thailandesi avevano organizzato i soccorsi. L’attenzione dei media di tutto il pianeta portò la macchina dei soccorsi ad accelerare e rallentare apparentemente senza motivo, durante i diciotto giorni di apprensione per la sorte dei Wild Boars. È possibile che nel tentativo di ottenere un successo sia sul piano del consenso che dell’immagine internazionale, gli apparati del governo abbiano esposto i militari e i tecnici impegnati nel salvataggio a qualche rischio di troppo.

red. int.