Roma, 8 marzo 2024 - Gli attacchi nel Mar Rosso dei ribelli Houthi contro le navi in transito non si fermano, i raid sembrano non sortire grandi effetti, anche per via dei bunker e tunnel dove si riparano uomini e mezzi yemeniti. Così Usa e Gb stanno pensando ad azioni mirate di commando specializzati come Navy Seal e SAS. Mandare uomini sul campo di battaglia è sempre un rischio, ma gli interessi economici in ballo sono troppo grandi per non intervenire secondo Washington e Londra.
Due esplosioni vicino a una nave
L'ultimo allerta oggi quando l'agenzia britannica per la sicurezza marittina, Ukmto, ha ricevuto la segnalazione da parte di un comandante di una nave in transito a 50 miglia nautiche a sud-est di Aden, nello Yemen, di due esplosioni vicine allo scafo. L'equipaggio sarebbe in salvo e l'Ukmto ha consigliato ad altre navi di evitare la zona e di prestare cautela. Stamane invece era stato il Centcom, il Comando Centrale degli Stati Uniti, ha rendere noto un raid notturno dei caccia Usa e Gb contro 5 postazioni dei ribelli in Yemen: "Sono stati distrutti quattro missili anti-nave e un velivolo senza pilota nelle aree dello Yemen che sono sotto la giurisdizione del gruppo Houthi sostenuto dall'Iran", si legge nel comunicato pubblicato su X. Inoltre il Centcom ha anche dato conto di aver abbattuto "tre droni lanciati dagli Houthi nel Golfo di Aden".
Troppi bunker dei ribelli, servono i commando
Ma i raid non bastano e l'intervento di terra viene preso in considerazione in queste ore da Pentagono e comando strategico inglese. Non si parla di battaglioni appoggiati da tank e aviazione, ma di piccoli gruppi di addestratissimi Navy Seal e Sas per rapidi e mirati blitz in territorio nemico. Infatti come hanno confermato le fotografie satellitari il bombardamento con droni e missili non ha provocato molti danni: infatti i miliziani filo iraniani, in stile Hamas, possono contare su una rete di depositi e rifugi sotterranei che consentono di sfuggire ai raid occidentali. E allo stesso restando pronti a uscire e colpire le navi commerciali e le unità delle marine militari Usa, inglese, europee e italiane di passaggio. Sul tavolo però, sia a Londra che a Washington, ci sono anche i notevoli rischi che comporterebbe inviare uomini in territorio nemico, seppur con una copertura aerea importante.
Navy Seal e SAS
Washington per una missione così delicata si affiderebbe alle forze speciali Navy Seal. Soldati altamente addestrati a missioni 'impossibili' e utilizzati in conflitti e guerre non convenzionali, o in azioni di difesa interna e di anti-terrorismo. Specializzati ad operare in ambienti prevalentemente marittimi e costieri, le unità di Navy Seal dipendono dal Naval Special Warfare Command di Coronado, e sono suddivisi in quattro Naval Special Warfare Group: il gruppo East Coast e il gruppo “Special boat / SWCC”, con sede a Little Creek, Virginia, e i gruppi West Coast e "SDTV", con sede a Coronado, California. Mentre Londra farebbe intervenire le sue SAS, gli uomini del Special Air Service, corpo speciale dell'Esercito britannico creato nel 1941 in Nord Africa per combattere contro le forze nazi-fasciste, e oggi usato per funzioni anti-terrorismo, salvataggio ostaggi, e operazioni militari speciali. Dal 1987 le SAS sono sotto un'unica struttura interforze, lo United Kingdom Special Forces. Sono divise in tre reggimenti: il 22esimo SAS Regiment, il principale, e dove è più difficile entrare per via dell'addestramento proibitivo, poi il 21esimo e il 23esimo, reggimenti del Territorial Army, cioè riservisti (ex SAS rimasti attivi) che affiancano il 22esimo.