Roma, 12 marzo 2024 – Aggredito a martellate Leonid Volkov, stretto collaboratore politico e braccio destro del dissidente russo Alexei Navalny, morto in un carcere in Siberia. L’aggressione ai danni di Volkov è avvenuta davanti alla sua abitazione a Vilnius in Lituania. "Hanno sfondato il finestrino della sua auto, gli hanno spruzzato liquido urticante negli occhi e poi lo hanno colpito a martellate”, ha fatto sapere la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh. Yarmysh ha fatto circolare sui social foto, probabilmente un selfie di Volkov con un occhio nero, una ferita alla fronte e una gamba ferita con il sangue che imbeve i jeans, aggiungendo che l'immagine è stata scattata in casa sua, dov'era in attesa dell'arrivo dell'ambulanza.
Volkov, 43 anni, grande amico di Navalny e capo dello staff, fino al marzo del 2023, della Fondazione Anticorruzione messa in piedi dal dissidente russo, ha a più riprese accusato Vladimir Putin per la morte dell'amico. Solo tre giorni prima di quel drammatico 16 febbraio, parlando dall'estero con alcuni diplomatici a Mosca, Volkov aveva detto che Navalny era “in condizioni psicofisiche sorprendentemente buone” e “non in pericolo di vita, nonostante le durissime condizioni carcerarie oltre il circolo polare artico in pieno inverno”, rafforzando quindi l'ipotesi che non sia deceduto perché malato o logorato. Il 22 febbraio, in un'audizione alla commissione Esteri del Parlamento europeo,
Volkov aveva poi chiesto una risposta più dura del mondo occidentale alla morte di Navalny, sottolineando che i russi “ridono” delle sanzioni imposte di recente dalla Gran Bretagna a sei membri del personale della colonia penale dove era rinchiuso Navalny. “Se si vuole davvero fare male a Mosca – aveva suggerito – occorre colpire gli amici di Putin sequestrando i loro beni. Abbiamo prodotto una lista di 6mila persone, ora 7mila, che illustra i collaboratori del regime, e ancora non è successo nulla”, aveva lamentato.
Di recente, Volkov aveva anche lanciato l'appello a una protesta “mascherata” contro Putin nel giorno delle elezioni presidenziali, recandosi tutti ai seggi a mezzogiorno, dicendo che si trattava del “testamento politico dell'amico morto”. “Continueremo a lavorare per vincere al più presto ed impiegheremo ogni mezzo per continuare la protesta politica in Russia”, aveva affermato.
Se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn clicca qui