Roma, 19 febbraio 2024 – La moglie di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin morto venerdì scorso nella colonia penale IK-3 non usa mezzi termini: “Mio marito è stato ucciso da Vladimir Putin”, dice Yulia Navalnaya in un video-appello in cui annuncia che continuerà il lavoro del marito.
E specifica: “E’ stato avvelenato con il Novichok”. Nel video la vedova - oggi a Bruxelles per incontrare i ministri degli Esteri della Ue - dice anche che fornirà il nome delle persone coinvolte nella morte del marito, e le motivazioni del nuovo avvelenamento.
“Scopriremo certamente chi di preciso e in quale preciso modo ha eseguito il crimine, faremo i nomi e faremo vedere le facce".
Poi l’appello: “Continuate a lottare per il nostro Paese e vi esorto a stare accanto a me. Per condividere non solo il lutto e il dolore infinito che ci avvolge e non lascia andare. Vi chiedo di condividere la mia rabbia. Rabbia e rabbia verso chi ha osato uccidere il nostro futuro".
Navalnaya ha commentato il rifiuto di consegnare la salma alla famiglia:
"Mio marito non poteva essere spezzato, ed è esattamente per questo che Putin lo ha ucciso. Vergognoso, codardo, non osa guardarlo negli occhi o semplicemente pronunciare il suo nome", sono ancora le durissime parole della moglie. "In modo altrettanto vile e codardo, ora (le autorità russe) nascondono il suo corpo, non lo mostrano a sua madre, non lo restituiscono, mentono pateticamente, e aspettano che le tracce dell'ennesimo Novichov di Putin scompaiano", ha detto la vedova, riferendosi all'agente nervino con cui era stato avvelenato il marito nell'agosto del 2020 durante un suo viaggio in Siberia.
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Sommario
La mamma non riesce a vedere il corpo
La mamma di Navalny è stata infatti respinta dall’obitorio per il terzo giorno consecutivo. Dunque i parenti del defunto leader dell’opposizione russa non sono ancora riusciti a vedere il corpo per un’ultima volta, dopo l’annuncio della morte di venerdì scorso. La squadra di Navalny ha fatto sapere che la mamma ha cercato anche questa mattina di entrare nell’obitorio dove si ritiene sia conservata la salma del figlio ma anche oggi l’accesso è stato negato.
"La madre di Alexei e i suoi avvocati sono arrivati all'obitorio questa mattina presto. Non è stato permesso loro di entrare. Uno degli avvocati è stato letteralmente cacciato. Quando al personale è stato chiesto se il corpo di Alexei fosse lì, non hanno risposto", ha detto sui social media Kira Iarmich, portavoce di Navalny.
Lividi e convulsioni
Questo insieme alla scarsa chiarezza sulle cause della morte, tra lividi apparsi forse in seguito a convulsioni e uno compatibile con il massaggio cardiaco.
“Tali lividi - secondo Novaya Gazeta - appaiono in seguito a convulsioni. La persona è scossa da convulsioni, cercano di trattenerla e così compaiono i segni. Hanno detto che ha un livido sul petto. È qualcosa che appare per un massaggio cardiaco. Vale a dire che hanno cercato di rianimarlo ma è morto, molto probabilmente per arresto cardiaco. Ma sulla causa dell'arresto nessuno dice niente”.
Quello che resta infatti molto poco chiaro è cosa abbia provocato le possibili convulsioni, se davvero Navalny è morto per un’embolia o un generico malore o –nell’ultima versione ufficiale di diagnosi approssimativa – per una “sindrome da morte improvvisa dopo una passeggiata”. Cosa poco compatibile con delle convulsioni.
L'oppositore russo e avversario numero uno del presidente Vladimir Putin è morto venerdì all'età di 47 anni nella prigione artica K-3, nella remota regione di Yamal, dove stava scontando una pena di 19 anni. Era stato imprigionato dal suo ritorno in Russia all’inizio del 2021 e la sua salute era peggiorata da mesi. Sua madre Lyoudmila Navalnaïa si è recata sabato nella colonia penale ‘Lupo polare’, accompagnata da un avvocato.
Cremlino: “Inchiesta in corso”
Secondo quanto riferito ancora dal portavoce del dissidente, gli inquirenti hanno detto alla madre di Navalny che l’indagine sulla morte “è stata estesa”. “Non si sa per quanto tempo andrà avanti. La causa della morte è ancora 'indeterminata”. Mentono, prendono tempo e non lo nascondono nemmeno”, ha scritto su X Kira Yarmysh.
Putin non ha commentato la morte del suo avversario politico, avvenuta un mese prima delle elezioni presidenziali, che dovrebbero vedere il presidente russo rimanere al potere per un nuovo mandato di sei anni.
Ma ora il Cremlino ha fatto sapere che l’inchiesta sulla morte è ancora in corso e per il momento non ci sono risultati. Ha precisato inoltre che non ha competenza in merito all'accesso dei parenti alla salma. “Non siamo coinvolti in questa questione, questa non è una funzione dell'amministrazione presidenziale”, ha detto il portavoce Peskov, che tuttavia ritiene inammissibili le dichiarazioni “rozze” da parte dei Paesi occidentali sulla morte fino a quando i risultati delle indagini non saranno resi pubblici.
Biden: più sanzioni alla Russia
Gli Stati Uniti stanno considerando ulteriori sanzioni contro la Russia per la morte di Alexei Navalny. Lo ha detto Joe Biden. "Abbiamo già sanzioni in vigore, ma ne stiamo considerando altre”, ha riferito il presidente Usa ai giornalisti.
Incontro Navalnaya-Tajani
Dopo il suo intervento al Consiglio affari esteri dell'Ue, la vedova di Navalny ha incontrato il ministro degli Esteri Antonio Tajani nella sede della rappresentanza italiana a Bruxelles. L'Italia ricopre quest'anno la presidenza del G7 e Tajani ha voluto offrire alla signora Navalnaya le condoglianze dei paesi del Gruppo ma anche la conferma del supporto del G7 all'organizzazione del dissidente morto venerdì scorso. Al Consiglio Ue la Navalnaya ha confermato che ha intenzione di ''continuare a lottare per il nostro Paese. E invito tutti a starci vicino''. Navalnaya ha ribadito a Tajani di essere sicura di ''riuscire a scoprire come è stato ucciso Alexei, faremo i nomi di chi l'ha fatto e faremo vedere le loro facce''.
"Yulia Navalnaya è una donna che vuole continuare a battersi per difendere la libertà nel suo Paese e ha ribadito che la Russia non è Putin e Putin non è la Russia, l'abbiamo trovata determinata”, ha detto Tajani terminato l’incontro. “Borrell, a nome di tutti noi, le ha assicurato che continueremo a sostenere il diritto di espressione in Russia, di poter condurre battaglie politiche e chiederemo la liberazione di tutti i prigionieri politici”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
"Yulia Navalnaya ritiene che le sanzioni, soprattutto quelle economico-finanziarie, siano quelle che arrecano più danni al sistema del Cremlino. Questo è quello che vuole ed è quello che noi stiamo facendo e devo dire l'Italia si sta comportando in maniera molto seria da questo punto di vista", ha dichiarato infine il ministro degli Esteri.
Anche la Lega alla fiaccolata
Intanto anche Salvini ha confermato la partecipazione della Lega alla fiaccolata per Navalny. “Noi ci siamo perché quando c'è da chiedere chiarezza e da manifestare per fermare una delle troppe guerre in corso la Lega c'è. A differenza di quello che fece la sinistra quando chiamammo le forze politiche in piazza dopo la strage del 7 ottobre”, sono state le parole di Salvini.