Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

“Navalny morto prima di essere scambiato con un ufficiale russo dei servizi segreti detenuto in Germania”

Lo ha rivelato Maria Pevchikh, dirigente della Fondazione anti corruzione fondata dal dissidente scomparso. “In settimana l’addio pubblico ad Alexei, cerchiamo una sala adatta”

Alexei Navalny

Roma, 26 febbraio 2024 - Alexei Navalny rientrava in un programma di scambio prigionieri, ma sarebbe morto poco tempo prima dello scambio con un agente dei servizi russi detenuto in Germania. A rivelarlo è Maria Pevchikh, dirigente della Fondazione anticorruzione di Navalny.

Uno scambio detenuti, Abramovich tra i mediatori

Secondo il racconto della Pevchikh, ripreso dalla Novaya Gazeta, il dissidente russo rientrava in un piano per lo scambio di detenuti tra Mosca e la Nato, in cui il miliardario Roman Abramovich aveva fatto da mediatore. Navalny sarebbe potuto tornare libero, ma all'estero, assieme a due cittadini americani, Evan Gershkovich e Paul Whelan, detenuti in Russia per spionaggio, in cambio dell'ex colonnello dell'Fsb Vadim Krasikov, in prigione in Germania con l'accusa di omicidio. "All'inizio di febbraio era stato proposto a Putin di scambiare Vadim Krasikov, che sta scontando una pena per omicidio a Berlino, con due cittadini americani e Navalny".

Putin lo voleva morto prima di liberarlo

Il 15 febbraio questi accordi tra Washington e Mosca erano in dirittura finale, ma il 16 febbraio è giunta la notizia della morte di Navalny nella colonia penale dove era detenuto. Una coincidenza? Per Maria Pevchikh no.

Il team del dissidente le avrebbe provate tutte per riportarlo a casa anche chiedere aiuto a cosiddetti influenti "amici di Putin", tra cui figurerebbe Henry Kissinger: "Lo menziono perché è morto, e comunque non ha aiutato", ha spiegato la dirigente anti corruzione. La Pevtchich ringrazia invece alcuni benefattori anonimi che avrebbero aiutato in questi negoziati. "Alcuni di loro hanno rischiato la carriera, altri letteralmente la vita durante le trattative non ufficiali con i criminali di Putin". Ma lo zar in realtà non ha mai voluto lasciare andare Alexei. E poiché aveva visto l'Occidente disposto a negoziare su Krasikov, Putin ha pensato di poter rimuovere Navalny dal tavolo delle trattative uccidendolo, ha spiegato Pevtjich.

Sospetto tempismo nella morte

Il Cremlino ha sempre parlato di cause naturali, un coagulo di sangue, confermato anche dai nemici di Kiev, ma ciò non basta a spiegare il sospetto tempismo della sua morte e le difficoltà della madre Liudmila Navalnaya a riavere il corpo del figlio, riconsegnato dopo nove giorni dal decesso. Mentre secondo dissidenti e oppositori Navalny è stato ucciso per volontà di Putin, che lo avrebbe fatto avvelenare o eliminare con la tecnica da 007 del pugno al cuore.

Colpa anche dei lenti funzionari di Usa e Germania

La Pevchikh ha criticato le promesse disattese e lentezze di diversi funzionari americani e tedeschi, colpevoli di aver ritardato il possibile scambio di prigionieri e quindi la libertà Alexei Navalny. In video la collaboratrice di Navalny punta il dito: i funzionari "annuivano in modo comprensivo, dicevano che era giusto aiutare Navalny e i prigionieri politici, stringevano mani e promettevano, ma non facevano niente". L'accordo, senza questi ostacoli, sarebbe stato portato a buon fine già nella primavera del 2023.

In settimana l’addio pubblico a Navalny

Un'altra collaboratrice di Navalny, Kira Yarmysh, ha lanciato un appello su X: "Stiamo cercando una sala per l'addio pubblico ad Alexei, alla fine di questa settimana lavorativa. Se avete locali adatti, contattateci".