Mercoledì 17 Luglio 2024

Navalny colpito da “sindrome da morte improvvisa”. Mistero sul corpo

La versione del carcere sulle cause del decesso dell’oppositore russo. Ma l’assistente: “Mentono e nascondono la salma”

Roma, 17 febbraio 2024 – "Sindrome da morte improvvisa”. Così le autorità russe hanno motivato il decesso di Alexei Navalny quando l’avvocato e la madre oggi sono arrivati nel carcere dove era detenuto l’oppositore di Putin, per chiedere informazioni. Lo riferisce sui social Ivan Zhdanov, che dirige la Fondazione anticorruzione di Navalny. “Sindrome da morte improvvisa” è un termine ombrello che indica varie patologie cardiache che causano arresto cardiaco e morte. La famiglia ora pretende la restituzione del corpo. Nessuno sa però dove si trovi. 

“Navalny vittima di un lento avvelenamento. Bastrykin chiese la licenza di uccidere a Putin”

L'arresto nel 2017 (Ap)
L'arresto nel 2017 (Ap)

Il silenzio dei media di Stato e l’urlo dei social

Il giallo del corpo 

La portavoce Kira Yarmysh ribadisce oggi che "Alexei Navalny è stato assassinato”. Il decesso è avvenuto “il 16 febbraio alle 14.17 ora locale, secondo il messaggio ufficiale inviato alla madre di Alexei”.   "Un dipendente della colonia penale – scriveva stamani l’assistente di Navalny su X –  ha detto che il corpo è stato portato a Salekhard. A prenderlo sono stati gli investigatori dell'Ic, che ora stanno conducendo 'indagini'. Chiediamo che venga consegnato immediatamente alla sua famiglia". Ma l’avvocato di Navalny si è poi recato all’obitorio di Salekhard con la madre e lo ha trovato chiuso.  “Ha chiamato il numero di telefono indicato sulla porta – spiega sempre la portavoce – Gli è stato detto che era la settima persona a chiamare oggi. Non hanno il corpo all'obitorio”.

Yarmysh accusa le autorità russe di “mentire” sulle cause della morte e di “fare di tutto per non consegnare il suo corpo”. A una dichiarazione segue il suo contrario. "La commissione investigativa dice direttamente che il corpo di Alexei Navalny non verrà consegnato ai familiari fin quando le indagini non saranno state completate. Solo un'ora fa gli avvocati erano stati informati della conclusione delle indagini e che non erano stati accertati indizi di reato. Mentono letteralmente ogni volta, facendoci girare in tondo e coprendo le loro tracce". 

Il servizio penitenziario federale russo ha riferito che Navalny si è sentito male dopo una passeggiata. Sarebbe stato rianimato per 30 minuti, inutilmente. L’ipotesi fornita dalla tv di Stato russa ieri era quella di una trombosi, per l’esattezza di un’embolia polmonare. Ma le autorità invitavano ad attendere i risultati degli esami forensi che sono in carica al Comitato investigativo russo.

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Chi è Navalny. Le accuse di omicidio politico

Mentre i leader occidentali puntano il dito contro Putin (“E’ l’unico responsabile”, ha detto ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in mondovisione), l’Onu chiede “un’indagine credibile imparziale, approfondita e trasparente condotta da un organismo indipendente”, per stabilire le cause della morte del principale oppositore del presidente russo. "Se qualcuno muore sotto la custodia dello Stato, si presuppone che lo Stato sia responsabile”. 

Navalny, noto per le sue indagini anti-corruzione e sopravvissuto a un avvelenamento con gas nervino nell'agosto 2020, era detenuto dal gennaio 2021. Arrestato più volte nella sua vita, aveva iniziato a scontare una condanna a 9 anni per ‘frode’ e la scorsa estate era stato condannato ad altri 19 anni per estremismo.

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Memorial, l’associazione moscovita impegnata nelle difesa dei diritti umani oltre che nella denuncia dei crimini sovietici, in un comunicato definisce la "tragica" morte di 

Navalny “un omicidio politico" con un legame "diretto con il passato sovietico". "L'attuale regime cerca di riportare un paese enorme, insieme ai suoi milioni di abitanti, nel 'glorioso Passato sovietico'. Lo fa con la violenza, l'aggressione, la privazione della libertà nei confronti di milioni di persone, l'omicidio dei prigionieri politici. (...). La cosa migliore che possiamo fare adesso è ricordare la risposta di Navalny quando gli chiesero un messaggio da lasciare ai suoi sostenitori, nell'eventualità che fosse ucciso: 'Non arrendetevi!'". 

Intanto non si fermano le manifestazioni di solidarietà a Navalny in Russia nonostante il pugno duro del Cremlino che ha fatto arrestare centinaia di persone e rimosso i fiori dai memoriali. 

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