Roma, 17 febbraio 2024 – Picchiate e trascinate via nella neve. Sono salite a oltre 350 le persone arrestate in varie città russe, tra cui Mosca e San Pietroburgo, durante i raduni in memoria del nemico numero uno di Putin: Alexei Navalny, morto ieri in prigione. E’ quanto riferisce l'organizzazione per i diritti umani Ong-Info.
“Navalny vittima di un lento avvelenamento. Bastrykin chiese la licenza di uccidere a Putin”
"Sono salite a 359 persone fermate tra ieri e oggi durante gli eventi organizzati in Russia in memoria di Navalny”, precisa la ong sottolineando che si tratta della più grande ondata di fermi per protesta in 18 mesi. Finora i cittadini sono stati arrestati in 10 città della Russia, tra cui San Pietroburgo, Mosca,l Nizhny Novgorod, Krasnodar, Rostov sul Don e Tver.
Le proteste sono illegali in Russia e le autorità hanno represso in modo particolarmente duro le manifestazioni a sostegno di Navalny. Già ieri, le autorità avevano riferito di essere a conoscenza di appelli online "per prendere parte a una manifestazione di massa nel centro di Mosca" e avevano messo in guardia i cittadini.
Nella notte, poi, sono stati rimossi (probabilmente da agenti in borghese) i fiori lasciati dai manifestanti in diverse città russe. Anche a Mosca, dove i fiori sono stati rimossi da un memoriale vicino al quartier generale dei servizi segreti, ma al mattino ne sono comparsi altri.
Navalny si trovava in carcere per motivi politici. Nello scorso dicembre era stato trasferito nella remota colonia penale a regime speciale "Lupo Polare" (a Kharp, nella regione di Yamalo Nenets), oltre il circolo polare artico.