Roma, 19 gennaio 2024 – Show the flag, mostra la bandiera, o meglio esibisci i muscoli. È il senso non scritto della maxi esercitazione della Nato Steadfast Defender 2024, tradotto in italiano Difensore risoluto, giudicata la più massiccia dalla Guerra fredda in poi che prenderà il via la prossima settimana e che prevede l'impiego navale, aereo e di truppe di terra specializzate nei combattimenti in terreni ostili artici. In tutto 90 mila soldati fra uomini e donne. L'area interessata è compresa tra la Germania, la Polonia e i Paesi baltici. E anche se esercitazioni di questo tipo sono già state fatte in passato al Nord questa nello specifico, per dimensioni e dinamica, è conseguenza diretta dell'aggressione russa all'Ucraina che fra poco arriverà ai due anni di guerra. Il comandante supremo alleato per l'Europa, il generale Christopher Cavoli spiega: "Steadfast Defender durerà fino al mese maggio, con la partecipazione di 90mila soldati provenienti da tutti gli alleati e dalla Svezia. L'Alleanza dimostrerà la sua abilità di difendere l'area transatlantica anche con un trasferimento di truppe dal Nord America, in uno scenario di risposta a una minaccia militare".
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Ovvio che la prospettiva è rivolta a un ipotetico pericolo proveniente da Mosca. In realtà la mobilitazione di truppe occidentali è doppia perché a febbraio prenderà il via anche l'esercitazione Nordic Response 24, prevista nell'area del Circolo polare artico in Norvegia. Per l'Italia nel gelo più duro e in condizioni estreme sarà impiegata la Brigata Alpina Taurinense. Si tratta di un'operazione propedeutica alla prossima creazione della cosiddetta Brigata artica, ancora più specializzata nei combattimenti al Nord, nel deserto bianco di ghiaccio e neve. "Già nel 2010 la Polonia e i Baltici chiesero un ombrello protettivo con la pianificazione di esercitazioni – spiega il generale Antonio Li Gobbi, ufficiale del Genio Guastatori, analista e con alle spalle missioni Onu in Siria e Israele e Nato in Bosnia, Kosovo e Afghanistan – e nello scenario di oggi sono più che mai necessarie. E' anche un test per verificare la cooperazione e la pianificazione militare fra i 31 Paesi Nato e dare un messaggio di coesione, olte che per testare l'enorme sforzo logistico e di comando che sta dietro ad una dinamica del genere. Non a caso si è appena riunito il Comitato militare Nato con tutti e 31 i capi di Stato maggiore della Difesa e con l'aggiunta della Svezia che sta per entrare, e in una sessione anche l'Ucraina. I militari italiani sono bene addestrati e preparati e credo che sapranno farsi notare".
Alla super esercitazione da 90 mila uomini e donne prenderanno parte militari dei 31 Paesi della Nato con l'appoggio di aerei e di 50 navi da guerra. Solamente il Regno Unito si è impegnato a dislocare sul terreno 20 mila uomini. L’obiettivo dei vertici dell’Alleanza Atlantica è di simulare una reazione rapida in caso di un’aggressione di territori Nato da parte di un soggetto esterno. Leggi la Russia. Un evento che farebbe scattare l’articolo 5 della Nato, il quale prevede che l'attacco a un Paese membro faccia scattare la difesa collettiva. Non è un caso, dunque, che parte dell'area delle simulazioni vicina ai confini russi, e che di fatto abbraccia l'enclave russa di Kaliningrad, nei pressi del cosiddetto Corridoio Suwalki. È anche significativo il fatto che nel 2021 la stessa esercitazione comprese l'impegno di soli 20 mila uomini.
Non è un caso nemmeno se nei giorni scorsi il quotidiano tedesco Bild aveva svelato e diffuso un rapporto segreto attribuito al ministero della Difesa che segnalava come il Cremlino stesse spostando truppe in Bielorussia in vista di un possibile attacco, nel giro di un anno, proprio al ‘Corridoio Suwalki’. Un’ipotesi liquidata come “una sciocchezza” dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Alla Nato però valutano con preoccupazione questo possibile futuro scenario.
L’ammiraglio olandese Rob Bauer, presidente del comitato militare dell’Alleanza, ha aggiunto: “I Paesi occidentali devono attendersi sviluppi inattesi. Se vogliamo essere davvero efficaci, anche in futuro, abbiamo bisogno di predisporre una Nato in assetto di guerra”. Ancora: “È necessario che le realtà pubbliche e private cambino la loro mentalità. Stiamo passando da un’epoca in cui tutto era prevedibile e controllabile, in una nella quale ogni cosa può accadere". La turbolenza del medio Oriente insegna che tenere sotto controllo i conflitti oggi è un'operazione effettivamente poco controllabile. E la Steadfast defender servirà anche a testare nuovi piani di difesa dell'Alleanza, come ha specificato un portavoce della Nato, in base al cambio di scenario che si è verificato con il conflitto ucraino. La pace non è più un concetto scontato. Molti molti lo pensano.