Giovedì 26 Settembre 2024

Una pioggia di 2.000 missili: Nasrallah obiettivo numero 1 della guerra di Israele in Libano

Il leader di Hezbollah si nasconderebbe un rifugio sotterraneo al confine con la Siria, da lì guida la resistenza armata. Da Naim Qassem a Wafiq Safa: chi sono gli altri capi nel mirino dell’Idf

Roma, 24 settembre 2024 – Nel secondo giorno di raid israeliani sul Libano, che ha lasciato a terra una distesa di cadaveri (558 morti in 24 ore, tra cui 94 donne e 50 bambini, senza contare i quasi duemila feriti e migliaia di sfollati) pesano come un macigno le parole di Netanyahu. “Israele continuerà a colpire Hezbollah" afferma il premier israeliano, rivolgendosi ai libanesi. “Hasan Nasrallah (il leader di Hezbollah, ndr) vi sta portando sull'orlo dell'abisso. Liberatevi dalla morsa di Nasrallah, per il vostro bene", ha ammonito.

Ma dove si nasconde l’imprendibile Nasrallah e perché la pioggia di oltre 2.000 ordigni sganciata in un giorno sul Libano non lo ha sfiorato? Davvero è ipotizzabile che, una volta morto, non ci sarà un ricambio al comando di Hezbollah?

Organigramma dei leader di Hezbollah
Organigramma dei leader di Hezbollah

Il covo segreto di Nasrallah 

Secondo più indicazioni, Nasrallah dirige assieme a un pugno di fedelissimi la resistenza armata contro Israele da un rifugio sotterraneo nel Libano orientale al confine con la Siria. La zona montagnosa a est di Baalbek è stata finora risparmiata relativamente dalla furia dei raid aerei israeliani, anche perché non consente al partito armato libanese filo-iraniano di usare gli impervi altipiani come corridoio privilegiato per il passaggio di convogli di mezzi carichi di armi provenienti dalla vicina Siria.

Chi comanda Hezbollah

Sebbene Israele bracchi Nasrallah descrivendolo come un uomo sempre più solo al comando di Hezbollah, la formazione armata libanese ha una struttura solo in apparenza verticale e nel corso degli ultimi 40 anni ha dimostrato di saper sostituire, in maniera relativamente veloce, i quadri militari via via uccisi. Il numero due del partito è Naim Qassem, una figura rappresentativa capace di rilasciare interviste e apparire, seppur raramente, in pubblico. Un'altra figura di spicco è Wafiq Safa, l'uomo che da anni cura i negoziati con alleati e rivali della regione e che è responsabile della sicurezza interna del partito. Nonostante suo figlio sia stato ferito dagli attacchi della settimana scorsa tramite i cercapersone, Safa rimane un uomo molto vicino a Nasrallah. La gerarchia militare è legata a doppio filo a quella politica tanto che non esiste, in realtà, una distinzione tra l'ala politica e quella militare del partito.

Gli altri “bersagli” israeliani

Dopo l'eliminazione a luglio di Fuad Shukr a Beirut, lo stato maggiore di Hezbollah è comandato da Ali Karaki, che dovrebbe essere scampato al raid aereo israeliano di lunedì alla periferia sud di Beirut. Karaki, nato nel 1967, fa parte del Consiglio del Jihad, a cui apparteneva anche Ibrahim Aqil, ucciso venerdì scorso sempre a Beirut in un altro attacco aereo israeliano. Aqil è stato indicato come responsabile delle forze d'élite del partito, note come Forze Radwan. Prima di assumere il comando di tutte le operazioni sul terreno dopo l'uccisione di suoi colleghi di alto rango, Karaki era responsabile del fronte del sud del Libano, in particolare delle due unità Nasr e Aziz, presenti nelle prime linee che si affacciano sull'Alta Galilea e i cui rispettivi comandanti erano stati uccisi da Israele tra giugno e luglio.

Ancora in vita e operativi sono altre due figure chiave di Hezbollah: Muhammad Haidar, a capo delle unità che operano all'estero, e Talal Hamiye, responsabile delle cosiddette black-ops, le operazioni sotto copertura. Mentre l'ultima vittima dei bombardamenti israeliani, proprio oggi, è Ibrahim Qubaisi, capo dell'unità missilistica del gruppo