Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Nagorno-Karabakh, Casini e Scalfarotto: “L’Armenia non sia lasciata sola”

I senatori: “Ci riserviamo, nella prossima settimana, di usare gli strumenti ispettivi nelle prerogative del Parlamento per chiedere chiarezza al governo”

Roma, 22 settembre 2023 – Mentre la Commissione europea mobilita 500mila euro in aiuti umanitari per sostenere le persone colpite dall'escalation delle ostilità nel Nagorno-Karabakh, in una nota congiunta i senatori Pier Ferdinando Casini e Ivan Scalfarotto fanno sapere di seguire “con grande apprensione le tragiche vicende umanitarie di quella martoriata regione. Dove, per volontà degli azeri, si è riacceso un conflitto che solo nelle ultime ore sembra aver destato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale”.

Mappa Nagorno Karabakh
Mappa Nagorno Karabakh

“Gli atti di guerra perpetrati negli ultimi giorni dagli azeri con l’acquiescenza dei players regionali, in particolare della Russia, rischiano di riaccendere una terribile escalation - proseguono - l’Armenia non può essere lasciata sola, in particolare dall’Europa e dal nostro Paese. Ce lo chiedono ragioni storiche; ce lo chiede il più elementare senso di giustizia e libertà”.

“Siamo consapevoli - sottolineano - degli interessi economici e commerciali che rendono l’Azerbaigian un interlocutore importante, ma vogliamo sperare che il governo italiano non deroghi a principi fondamentali della nostra politica estera come quelli di non fornire armi a Paesi belligeranti. L’economia è importante, ma quando ad essa si piegano le ragioni dell’umanità non si può che incorrere in tragedie ancor peggiori. Ci riserviamo, nella prossima settimana, di utilizzare gli strumenti ispettivi nelle prerogative del Parlamento per chiedere chiarezza al governo. Quando sono in gioco la pace, la stabilità, e la vita di migliaia di persone, non è lecito ricorrere a espedienti o scorciatoie”.

Sulla situazione si era espresso nei giorni scorsi anche papa Francesco. “Rivolgo il mio appello ancora a tutte le parti in causa e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si compia ogni sforzo per trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone e il rispetto della dignità umana".