
Immagini satellitari Maxar a confronto: ponte di Mandalay prima e dopo il terremoto (Afp via Ansa)
Roma, 30 marzo 2025 – Mentre la terra continua a tremare (l’ultima scossa di 5.1 alle 9.30), in Myanmar è corsa contro il tempo per soccorrere i sopravvissuti. Ieri a Mandalay una donna incinta è stata estratta dalle macerie di un condominio a 30 ore dal terremoto di 7.7 che ha devastato il Paese. Le speranze di averla salvata si sono spente subito dopo: inutili i tentativi di rianimare la 35enne Mathu Thu Lwin, dichiarata morta sul posto. Oramai non ci si aspettano grandi miracoli a fronte delle centinaia di dispersi. Il conto ufficiale dei morti è di 1.700 (3.400 i feriti); le previsioni sono però di migliaia di vittime.
L'ala armata dell'opposizione ha comunicato che si impegnerà a mantenere un cessate il fuoco di 2 settimane per consentire il passaggio degli aiuti verso le aree colpite dal terremoto. Ma per ora è un atto unilaterale. La giunta militare continua a bombardare. L’ex Birmania non c’è più, sepolta sotto le macerie del sisma più forte mai registrato almeno in 100 anni. Ponti, infrastrutture, moschee, pagode, palazzi sono crollati sotto l’onda d’urto del terremoto che per violenza è stato 300 volte più forte di quello di Amatrice e 44mila volte più violento dell’ultimo sisma di 4.6 registrato ai Campi Flegrei (la scala Richter che misura la magnitudo è infatti una scala logaritmica: i numeri si impennano).
Per farsi un’idea della distruzione, ecco le immagini che arrivano dal satellite Maxar ad altissima risoluzione: mostrano l’area terremotata (in alto) a confronto con la stessa area prima della scossa (sotto).
Il ponte crollato

Mandalay prima e dopo

Pagoda a Sagaing rasa al suolo

Pagoda a Mandalay sbriciolata

Il campo sportivo diventa campo rifugiati

I ribelli uccisi
Ma non è solo il terremoto a segnare le cronache drammatiche del Myanmar. Anche nella devastazione del sisma, le forze armate coninuano i raid su ribelli. Ne sarebbero stati uccisi sette, tra cui cinque donne, in un attacco aereo lanciato poche ore dopo la scossa di venerdì. Lo ha riferito all'Afp un rappresentante di un gruppo armato etnico dello Stato Shan (nord-est).
“I nostri soldati hanno cercato di raggiungere i bunker quando hanno sentito il rumore degli aerei", ha raccontato, chiedendo di restare anonimo. "Ma una grossa bomba ha colpito un bunker dove cinque soldatesse sono state uccise sul colpo", ha aggiunto. Sono stati segnalati altri raid dopo il terremoto, ma l'Afp non è stata in grado di verificarli. Il Governo di Unità Nazionale (Nug), organo di opposizione fondato da ex deputati del partito pro-democrazia di Aung San Suu Kyi, ha rivelato che ieri i combattenti anti-giunta hanno dichiarato una tregua parziale di due settimane a partire da oggi per facilitare le operazioni di soccorso.