Mercoledì 2 Aprile 2025
REDAZIONE ESTERI

Myanmar, com’era e com’è: le foto satellitari prima e dopo il terremoto

Ponti, moschee, pagode, palazzi crollati sotto l’onda d’urto del sisma di 7.7: così appare oggi l’ex Birmania vista dallo spazio. Immagini a confronto. Bilancio provvisorio di 1.700 vittime, dichiarata morta la donna incinta estratta dalle macerie

Immagini satellitari Maxar a confronto: ponte di Mandalay prima e dopo il terremoto (Afp via Ansa)

Immagini satellitari Maxar a confronto: ponte di Mandalay prima e dopo il terremoto (Afp via Ansa)

Roma, 30 marzo 2025 – Mentre la terra continua a tremare (l’ultima scossa di 5.1 alle 9.30), in Myanmar è corsa contro il tempo per soccorrere i sopravvissuti. Ieri a Mandalay una donna incinta è stata estratta  dalle macerie di un condominio a 30 ore dal terremoto di 7.7 che ha devastato il Paese. Le speranze di averla salvata si sono spente subito dopo: inutili i tentativi di rianimare la 35enne Mathu Thu Lwin, dichiarata morta sul posto. Oramai non ci si aspettano grandi miracoli a fronte delle centinaia di dispersi. Il conto ufficiale dei morti è di 1.700 (3.400 i feriti); le previsioni sono però di migliaia di vittime.

L'ala armata dell'opposizione ha comunicato che si impegnerà a mantenere un cessate il fuoco di 2 settimane per consentire il passaggio degli aiuti verso le aree colpite dal terremoto. Ma per ora è un atto unilaterale. La giunta militare continua a bombardare. L’ex Birmania non c’è più, sepolta sotto le macerie del sisma più forte mai registrato almeno in 100 anni. Ponti, infrastrutture, moschee, pagode, palazzi sono crollati sotto l’onda d’urto del terremoto che per violenza è stato 300 volte più forte di quello di Amatrice e 44mila volte più violento dell’ultimo sisma di 4.6 registrato ai Campi Flegrei (la scala Richter che misura la magnitudo è infatti una scala logaritmica: i numeri si impennano). 

Per farsi un’idea della distruzione, ecco le immagini che arrivano dal satellite Maxar  ad altissima risoluzione: mostrano l’area terremotata (in alto) a confronto con la stessa area prima della scossa (sotto). 

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Tonga: terremoto oggi di magnitudo 7.1 nell’Anello di fuoco del Pacifico

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Il ponte crollato

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Il ponte Inwa sopra il fiume Irrawaddy, vicino Mandalay prima e dopo il crollo del 27 marzo (Afp via Ansa)

Mandalay prima e dopo 

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Mandalay prima e dopo il terremoto (Afp via Ansa)

Pagoda a Sagaing rasa al suolo 

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La pagoda di Ma Shi Kha a Sagaing prima e dopo il crollo (Afp via Ansa)

Pagoda a Mandalay sbriciolata

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La Pagoda di Mahamuni a Mandalay prima e dopo il crollo (Afp via Ansa)

Il campo sportivo diventa campo rifugiati

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Sopra collassate e un campo sportivo usato come campo rifugiati. Sotto la stessa area prima del terremoto (Afp via Ansa)

I ribelli uccisi

Ma non è solo il terremoto a segnare le cronache drammatiche del Myanmar. Anche nella devastazione del sisma, le forze armate coninuano i raid su ribelli. Ne sarebbero stati uccisi sette, tra cui cinque donne, in un attacco aereo lanciato poche ore dopo la scossa di venerdì. Lo ha riferito all'Afp un rappresentante di un gruppo armato etnico dello Stato Shan (nord-est).

“I nostri soldati hanno cercato di raggiungere i bunker quando hanno sentito il rumore degli aerei", ha raccontato, chiedendo di restare anonimo. "Ma una grossa bomba ha colpito un bunker dove cinque soldatesse sono state uccise sul colpo", ha aggiunto. Sono stati segnalati altri raid dopo il terremoto, ma l'Afp non è stata in grado di verificarli. Il Governo di Unità Nazionale (Nug), organo di opposizione fondato da ex deputati del partito pro-democrazia di Aung San Suu Kyi, ha rivelato che ieri i combattenti anti-giunta hanno dichiarato una tregua parziale di due settimane a partire da oggi per facilitare le operazioni di soccorso.