New York, 12 luglio 2019 - Multa record per Facebook: il colosso social dovrà sborsare circa 5 miliardi di dollari per aver violato le norme sulla privacy. Lo ha deciso la Federal Trade Commission, con riferimento al caso Cambridge Analytica, la società di raccolta dati che ebbe accesso illegale ai dati personali di ben 86 milioni di utenti Facebook. Dati usati per di più per scopi politici ai tempi in cui l'azienda (guidata in quel momento da Steve Bannon, stratega di Trump), lavorava per la campagna del tycoon. Hanno votato a favore del provvedimento i tre membri repubblicani dell'authority, contrari i due democratici. Ora la palla passa al dipartimento di Giustizia, che dovrà validare la pronuncia della FTC: solitamente una formalità.
Cinque miliardi di dollari corrispondono al 9% dei ricavi totali di Facebook per l'anno 2018. E' la sanzione più alta mai comminata dall'ente americano a un'azienda hi-tech, che fa impallidire quella elevata a Google nel 2012 (sempre per violazione della privacy), pari a 22 milioni di dollari. La società di Menlo Park ha già accantonato 3 miliardi per far fronte alla sanzione prevista.
Lo scandalo Cambridge Analytica fu sollevato da inchieste giornalistiche che dimostrarono come, alla fine del 2015, Facebook aveva scoperto il 'furto' dati senza precendenti ma non aveva informato i suoi utenti né preso contromisure adeguate per tutelarli. Per raccogliere informazioni sensibili, Cambridge Analytica si era servita di una app che sottoponeva a utenti appositamente pagati un test psicologico: nel frattempo spiava i profili dei loro amici, e degli amici degli amici, fino a raggiungere milioni di persone.