Lunedì 29 Luglio 2024
MONICA PERUZZI
Esteri

La crescita del Mozambico. Nella sala da cinema all’aperto: "Vendere la frutta? Meglio uniti"

La missione italiana nel Paese subsahariano utilizza il grande schermo per far passare i messaggi

Un momento della missione in Mozambico per portare il cinema e il teatro nei villaggi

Un momento della missione in Mozambico per portare il cinema e il teatro nei villaggi

Questa è l’ultima parte del reportage che ha portato la giornalista di Sky Tg24 e nostra editorialista, Monica Peruzzi, in Mozambico, un Paese che fra due mesi andrà al voto, segnato da tensioni interne fortissime, soprattutto al Nord, dove l’Isis sta serrando le file, dove la metà della popolazione è analfabeta e, soprattutto nelle aree rurali, l’economia è di pura sussistenza. L’obiettivo della missione, finanziata da Aics-agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e Unido, è informare gli agricoltori (l’80% della forza lavoro del Paese) dei vantaggi di unirsi in associazioni e cooperative, per contribuire alla crescita economica e sociale. In questi luoghi del mondo, il metodo più efficace per far attecchire i messaggi è attraverso un approccio coinvolgente. Per questo è nata Imagine Foundation che porta il cinema itinerante e il teatro in lingua locale per favorire il cambiamento sociale delle comunità più vulnerabili.

Roma, 29 luglio 2024 – “Stasera alle 18, cinema e teatro gratuiti, nel campo di calcio della scuola primaria" ripete lungo le stradine sterrate che delineano i contorni del villaggio, i bambini iniziano a correrci incontro. Prima sono solo tre o quattro, poi lungo il percorso se ne uniscono altri, e altri ancora. La notizia si diffonde velocemente. Le persone rientrano svelte per cenare, prima di raggiungere il luogo dove si terrà la proiezione.

Tutto è pronto, quando arriviamo. Humberto è il primo che esce a creare l’atmosfera giusta, a coinvolgere subito il pubblico "Buonasera Mucondje!" un brusio dal pubblico. "Ho detto buonasera Mucondje!" sale un grido che porta con sé un "buonasera" fatto di mille voci e toni diversi. Humberto sorride soddisfatto e prosegue: "Siete pronti? Stasera parleremo di frutta. Siete agricoltori voi?" dalla prima all’ultima fila rispondono tutti, inizia una danza coinvolgente di sì e no che fa capire che abbiamo la loro attenzione, che sono in ascolto.

“Lo sapete che ci sono delle associazioni che possono aiutarvi a vendere tutta la vostra frutta? Siamo qui per questo, per raccontarvi cosa potete fare se volete entrare nelle associazioni. Ma prima, il film del vostro villaggio", prosegue Humberto. Basta un clic e parte il video. E non importa se sia la prima o la centesima proiezione cui si assiste, il boato che si alza, sorprende ogni volta. Le risate, gli applausi, sono impetuose. Rivedersi nello schermo gigante, rivedere gli amici, i personaggi del villaggio, ha un effetto dirompente e una presa immediata. In mezzo vengono montate le interviste alle autorità locali, che parlano dei benefici che le associazioni possono portare alle comunità. Dopo questo momento, arriva quello del primo cortometraggio, realizzato sulla tematica della campagna. Un racconto semplice, che poi viene replicato dagli attori locali, che nel loro dialetto impersonano il contadino della zona, quello che si è già unito all’associazione e il presidente della cooperativa. Una commedia degli equivoci in cui il pubblico interagisce, schierandosi con l’uno o con l’altro, esplodendo in fragorose risate.

Poi è la volta del film vero e proprio, prodotto e girato da un regista molto apprezzato in Mozambico, Gabrel Mondlane, e dei nostri attori, Eduardo e Cidalia. Finita la performance, Humberto coinvolge alcuni volontari e dà vita a un dibattito allegro, interessato, vivo. La gente fa domande, chiede a chi rivolgersi, come funziona, chi trasporta la frutta, quanto costa. Nessuna paura di esporsi, ma voglia di partecipare. Sono tutti in piedi, tranne le prime file dei bimbi più piccoli. Nessuno si muove, per ore, finché non appare la scritta fim , fine in portoghese, al termine dell’ultimo film, quello di intrattenimento puro, senza messaggi e informazioni. È il passaggio che conclude una serata intensa.

Un pezzo dopo l’altro, smontiamo lo schermo, ripieghiamo la tela, riavvolgiamo i cavi, mettiamo a posto le apparecchiature. La musica si spegne, si accendono i motori. Guardiamo l’ora: solo le 23 e 30 passate da qualche minuto. Eppure intorno abbiamo ancora persone di tutte le età, che ci stringono la mano, ci chiedono quando torneremo. Ci mettiamo in strada, alle nostre spalle il villaggio è ingoiato dal buio. Torneremo presto. Promessa che sentiamo di fare, forse soprattutto a noi stessi.

(3 - fine)