Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Mosca sfida la Nato, l’analista militare: "Satelliti e atomica come nella Guerra fredda"

Alessandro Politi, direttore del centro di ricerca: “Mosca provoca per farci reagire. Ma non vuole uno scontro con l’Occidente, è già impegnata in Ucraina"

Roma, 23 maggio 2024 – Esercitazioni russe, ai confini meridionali con l’Ucraina, che coinvolgono unità con missili tattici nucleari. Annuncio da parte del ministero della Difesa di Mosca della proposta di una variazione dei confini marittimi della Federazione Russa nel Baltico, seguita da una smentita e poi da una mezza conferma. E poi il lancio in orbita di un satellite che potrebbe essere usato come un’arma antisatellite, denunciato dal Pentagono e smentito dai russi. Ne abbiamo parlato con Alessandro Politi, direttore della Nato Defense College Foundation, l’unico centro di ricerca non governativo affiliato direttamente alla Nato.

Vladimir Putin
Vladimir Putin

Come valutare l’annuncio dell’esercitazione russa che coinvolge il nucleare tattico?

"Putin segue un copione classico della Guerra fredda. Posso capire che si preoccupino i più giovani, ma a chi ha vissuto la Guerra fredda questo non sposta una virgola, anche se l’avvertimento ad ipotesi di schieramento di truppe regolari in Ucraina è inequivocabile. Tutti, di qua e di là del muro, hanno fatto esercitazioni, anche con le ipotesi d’impiego di armi nucleari. Il problema è quando ci sono delle condizioni politico strategiche che fanno temere realmente l’uso di armi nucleari. Uno di questi casi fu l’esercitazione Able Archer nel 1983 quando i sovietici temettero che mascherasse un attacco strategico di sorpresa e portò ad una tensione enorme. Ma oggi il quadro è ben diverso e non credo che Putin abbia alcuna intenzione di ficcarsi in un conflitto più ampio quando è ancora impegnato in quello in Ucraina".

Come valutare l’annuncio di una possibile rimessa in discussione dei confini marittimi con la Finlandia e la Lituania ?

"Mi pare il proverbiale lancio del sasso seguito dal ritiro della mano. Vogliono vedere le reazioni dell’Occidente ad una provocazione, seminare paure, tenerci sotto tensione. Un classico caso di manipolazione politica indiretta, cui il primo ministro finnico ha risposto con lodevole sangue freddo e senza sparate retoriche, a differenza di altre protagoniste".

Quanto è reale il rischio della militarizzazione dello spazio, alla luce del lancio del satellite russo?

"Bisogna evitare le paure manipolabili, verificare la reale situazione e poi discuterne tra controparti. È attraverso la trattativa che si garantisce la smilitarizzazione dello spazio, perché lamilitarizzazione non è un fatto inevitabile".

Come va avanti il piano di riorganizzazione della Nato, alla luce della rinnovata minaccia russa?

"Coinvolge un insieme di 300mila persone, tra forze di primo impiego, forze di prima riserva e di riserva strategica, va avanti secondo i programmi e i primi effetti già si vedono ai confini con l’Ucraina. È chiaro che cambiare degli eserciti rendendoli credibilmente capaci di affrontare una guerra ad alta intensità, richiede almeno un decennio e investimenti non solo economici. Diciamolo: se veramente noi crediamo che Putin, dopo l’Ucraina possa attaccare un Paese Nato, allora non basta aumentare le spese per la difesa, urge la creazione di riserve. E quindi non si può sfuggire ad una leva biennale. Ma, con rare eccezioni in alcuni Paesi, questo è un tema politicamente molto indigesto".